Leggendo i primi racconti di Acqua dal sole di B. Easton Ellis mi è venuto a un certo punto da girare il libro e leggere la descrizione in quarta di copertina, che, dopo il classico elenco di brevi sintesi dei racconti stessi, dice: «Come in una galleria – in cui il decennio maledetto che ha travolto ogni certezza viene catturato nella sua posa venefica – questi ritratti spettrali, freddi e precisi come un videoclip, ricostruiscono l’iconografia di una umanità assediata dall’indifferenza, tra droghe, sesso e abusi a non finire. Lo sguardo tagliente di Bret Easton Ellis ci presenta una commedia umana degli orrori che si cristallizza in una rigorosa limpidezza formale, fra dialoghi indimenticabili e una descrizione spietata della disgregazione sociale attorno a cui emerge un’intera generazione, risucchiata dal crollo di tutti i valori». Mi ha fatto ridere, specialmente dalle parti di «posa venefica», che non so cosa voglia dire, e «limpidezza formale», che è un bel tentativo di abbellire – non che non sia bella – la scrittura minimalista (anche Bukowski era limpidamente formale, ora che ci penso). Da lì sono andato a prendere la copia di Meno di zero, scritto anche quello ai tempi del college e molto simile ai racconti, e ho letto la descrizione, che dice: «In un mondo illuminato dai bagliori spettrali dei videoclip e svuotato di ogni sentimento, Clay, Blair, Daniel e Julian, biondi e abbronzati, esplorano le pieghe infernali del paradiso californiano in un crescendo di moralità e devastazione che presto sconfina nell’orrore». Anche qui il videoclip, ho pensato. Chissà perché. Comunque sono andato infine a prendere la copia di Lunar Park e ho riletto la parte in cui Ellis racconta di quando, dopo aver scritto Meno di zero «di getto in otto settimane di iperattività amfetaminica sul pavimento della mia stanza a L.A.», lo dà al suo agente, che lo dà all’editore, che lo accetta dopo che un membro del comitato di lettura lo descrive come «un romanzo che parla di zombie che tirano coca e sparano pompini», che è anche una bellissima descrizione per una quarta di copertina come si deve, secondo me.