Tennis (1233)
Ieri abbiamo vinto la Coppa Davis. Per chi non segue il tennis: è un torneo di tennis. Dico "abbiamo" perché la Coppa Davis è un torneo di tennis (visto?) tra nazionali, e a vincere è stata la nazionale italiana, e io sono italiano ma, penso ora, nulla vieta che voi siate australiani. In quel caso avete perso, mi dispiace. Se vi state chiedendo se esiste la Coppa Davis femminile, la risposta è no, ma esiste l'equivalente femminile della Coppa Davis, e che ci crediate o no si chiama Billie Jean King Cup. Se vi state chiedendo se esiste la Billie Jean King Cup maschile, la risposta è no. Se vi state chiedendo se esiste l'equivalente maschile della Billie Jean King Cup, la risposta è no. Fatte tutte queste premesse, volevo dire due cose: una è che abbiamo atteso quasi cinquant'anni per vincere di nuovo la Coppa Davis, e ieri, quando finalmente ci siamo riusciti, non ho provato gioia, quindi forse dovremmo (noi esseri umani) abolirla. La seconda è che, a mio avviso, la partita di tennis più bella di sempre resta quella tra Tim Roth e Gary Oldman:
27.11.23
Non aprite quella porticina (1232)
Come ha già pensato qualcun altro, forse perché è un pensiero che facciamo tutti, se negli horror ci fossi io e non il protagonista, non ci sarebbe nessun horror. Per esempio compro una casa nuova e mentre faccio qualche lavoretto a un certo punto scendo in cantina e spostando cose polverose scopro una porticina segreta dietro uno specchio, apro la porticina, vedo che dietro c'è una stanza segreta o un tunnel, entro, scopro cose strane o inquietanti, torno di sopra, ci rimugino, comunque poi vado a letto e dormo tranquillo, e il resto lo conosciamo. Dunque. Intanto non faccio lavoretti. Qui lo sceneggiatore della mia vita direbbe: ma neanche una mano di vernice? Ci serve per la narrazione. E io: no. Va be', dice lui, allora facciamo che vai in cantina a prendere delle patate. Ecco. Non vado nemmeno nelle cantine. Se comprassi una casa e ci fosse una porta che va in cantina, io direi: la cantina va riempita di cemento e la porta della cantina va murata. Negli horror le cantine sono fondamentali, c'è sempre una cantina, di solito con una scala di legno che scricchiola e con un gradino un po' così o un chiodo sporgente e una lampadina di quelle che si accendono tirando la cordicella che poi si rompe. Io non ci vado. Ma devi prendere le patate!, dice lo sceneggiatore. Vado a prenderle al supermercato, gli dico io. In cantina c'è la lavatrice, dice lui. Chiamo qualcuno e me la faccio portare in cucina. O lavo a mano. O porto tutto in lavanderia. Eccetera. Però, insomma, mettiamo che vado in cantina. Non so come, ma ci vado. Ecco, non tocco cose polverose, e non sposto niente. Mi fa schifo e mi fanno schifo insetti e topi. Non c'è neanche bisogno di fantasmi o zombie, per quanto mi riguarda. La vita è già un horror. Diciamo però che non solo ci vado, ma mi metto pure a spostare le cose (come farebbe il mio anziano padre, per dire). Per il bene del cinema. A quel punto vedo la porticina. Ecco. Non la apro. Non la tocco. Neanche la guardo. E se con me ci fosse qualcuno e dicesse: e quella porticina? Io inghiottirei il pomello e direi: quale porticina? Se il qualcuno insistesse, inghiottirei anche lui. Se fossi da solo non direi niente, tornerei di sopra, uscirei dalla casa e ciao. Poi chiamerei l'agenzia per metterla in vendita. Invece negli horror la aprono. La porticina, dico. Devono aprirla, lo so. C'era anche il film (horror), se non sbaglio: Non aprite quella porticina. Il film non l'ho visto ma sono sicuro che la aprono. E questo perché, se non apri la porticina, niente horror. Così aprono la porticina che dà sulla stanza segreta o sul tunnel segreto, entrano e ispezionano. Io penso: imbecilli. Oh mio dio!, dicono loro a un certo punto. Oppure la porticina si chiude e restano al buio. Cazzo, dicono. E io sono sul divano che scuoto la testa. Ma per forza, penso. Io non toccherei niente, non ispezionerei niente, non mi farei domande. Taglierei la corda al primo segnale che rischio di lasciarci la pelle. Fosse anche che guardo fuori dalla finestra mentre lavo i piatti e c'è il vicino lì impalato che mi fissa. Ok, penserei, ciao. E chiamerei l'agenzia. Quindi, che so:
Blair Witch Project
Ehi Joey, andiamo in tenda nel bosco dove dicono che c'è una strega?
Io: guarda, non c'era neanche bisogno della strega, ho paura del campeggio e dei boschi.
L'esorcista
Senta, signor Baurffa, può venire a vedere mia figlia, che secondo me è posseduta dal demonio?
Ah sì? Ma purtroppo io non faccio più l'esorcista, mi dispiace, adesso vendo tapparelle.
Può venire a sistemare la tapparella in camera di mia figlia?
No.
In un'altra camera?
No.
Casa?
No.
Mi vende una tapparella?
No.
The Ring
Se guardi questo video, riceverai una telefonata ed entro una sett…
(Butto il videoregistratore e per sicurezza tv, telefono e portatile).
La notte dei morti viventi
Joey, aiuto, i morti viventi stanno cercando di entrare in casa!
(Mi uccido e divento un morto vivente).
Alien
Comandante Baruffa, da quel pianeta viene una richiesta di emergenza, scendiamo a vedere?
Sei scemo?
Ma è una richiesta di emergenza, signore, il protocollo intergalattico dice che…
Vai tu, se vuoi.
Grazie, signore, vado.
Bravissimo.
(Va).
Bene, possiamo tornare sulla Terra.
Ma comandante Baruffa… non possiamo abbandonarlo.
Vuoi andare a recuperarlo tu?
Sì, certo!
Vai pure.
Grazie, signore.
Figurati.
(Va).
Bene, ragazzi, ora possiamo tornare sulla Terra.
Ma non possiamo abb…
Vuoi andare anche tu?
Eh? No no.
Bene. Pronti a partire, allora, motori a tutta forza e spegniamo quell'affare che capta le richieste di emergenza.
Shining
Salve, che ne dice di venire all'Overlook hotel per fare il custode durante la stagione invernale?
Non faccio lavoretti!
Lo squalo
Sembra che ci sia uno squalo in queste acque, lei è il più grande esperto di squali degli Stati Uniti, ci aiuta a prenderlo?
Mi spiace, adesso faccio l'esorcista.
Mia figlia è una tapparella.
Lo so.
Blair Witch Project
Ehi Joey, andiamo in tenda nel bosco dove dicono che c'è una strega?
Io: guarda, non c'era neanche bisogno della strega, ho paura del campeggio e dei boschi.
L'esorcista
Senta, signor Baurffa, può venire a vedere mia figlia, che secondo me è posseduta dal demonio?
Ah sì? Ma purtroppo io non faccio più l'esorcista, mi dispiace, adesso vendo tapparelle.
Può venire a sistemare la tapparella in camera di mia figlia?
No.
In un'altra camera?
No.
Casa?
No.
Mi vende una tapparella?
No.
The Ring
Se guardi questo video, riceverai una telefonata ed entro una sett…
(Butto il videoregistratore e per sicurezza tv, telefono e portatile).
La notte dei morti viventi
Joey, aiuto, i morti viventi stanno cercando di entrare in casa!
(Mi uccido e divento un morto vivente).
Alien
Comandante Baruffa, da quel pianeta viene una richiesta di emergenza, scendiamo a vedere?
Sei scemo?
Ma è una richiesta di emergenza, signore, il protocollo intergalattico dice che…
Vai tu, se vuoi.
Grazie, signore, vado.
Bravissimo.
(Va).
Bene, possiamo tornare sulla Terra.
Ma comandante Baruffa… non possiamo abbandonarlo.
Vuoi andare a recuperarlo tu?
Sì, certo!
Vai pure.
Grazie, signore.
Figurati.
(Va).
Bene, ragazzi, ora possiamo tornare sulla Terra.
Ma non possiamo abb…
Vuoi andare anche tu?
Eh? No no.
Bene. Pronti a partire, allora, motori a tutta forza e spegniamo quell'affare che capta le richieste di emergenza.
Shining
Salve, che ne dice di venire all'Overlook hotel per fare il custode durante la stagione invernale?
Non faccio lavoretti!
Lo squalo
Sembra che ci sia uno squalo in queste acque, lei è il più grande esperto di squali degli Stati Uniti, ci aiuta a prenderlo?
Mi spiace, adesso faccio l'esorcista.
Mia figlia è una tapparella.
Lo so.
24.11.23
Bistecca alla piastra (1231)
Molte persone mi fermano per strada e mi chiedono: Joey, come posso fare per profumare tutta la mia casa di bistecca alla piastra? Io rispondo: come prima cosa devi prendere una piastra. E loro: ah ecco, io usavo la padella, la pirofila, le mani. No, dico loro, serve una piastra. Benissimo, mi dicono, e poi? E glielo spiego. E visto che, come ho detto, sono molti che me lo chiedono, ho pensato di scrivere una breve guida non solo per cuocere una bistecca alla piastra, ma anche per fare in modo che poi la casa profumi di bistecca alla piastra per giorni. Dunque cominciamo. Che cosa ci serve? Ci servono una bistecca, possibilmente alta almeno due centimetri. Non so niente di carni, tagli di carni e bovini. Insomma c'è il filetto che è la parte nobile e sta vicino alla spina dorsale, e poi c'è il controfiletto che sarà meno nobile, suppongo, e starà da un'altra parte, se non altro perché è difficile che due cose occupino lo stesso spazio. Quindi prendete una bistecca, se avete presente che forma ha, altrimenti chiedete al macellaio, se avete presente che forma ha. Poi vi servirà una piastra e ovviamente una casa. Di tutte queste cose dovete avere presente la forma, non lo ripeto più. Se fate la bistecca in giardino, magari nemmeno il vostro - perché di solito i giardini li vendono con le case -, difficilmente la casa potrà perdere quello sgradevole olezzo di gladiolo. Poi vi serviranno del sale, dell'olio, un contratto con un fornitore di gas, dei fornelli, eccetera. Quando avrete racimolato tutti gli elementi, sarete pronti. A quel punto come prima cosa accendete la piastra. La bistecca andrà messa sulla piastra solo quando la piastra sarà molto calda, che secondo me una piastra già dopo trenta secondi è molto calda - non toccatela - ma per sicurezza lasciatela di più. Nel frattempo cospargete la bistecca di olio e massaggiatela. Vi diranno che l'olio serve per aromatizzare la carne ma non è vero, serve a fare moltissimo fumo. E ad aromatizzare la casa. Una volta cosparsa la bistecca di olio, massaggiatela ben bene, ma se la cosa vi fa schifo come fa schifo a me, andrà bene un pennellino o un'altra bistecca, che magari potete tagliare a forma di mano. L'importante è che sulla piastra vi ricordate di mettere la bistecca e non le vostre mani, perché questo darebbe alla casa una profumazione diversa. Il sale non serve a niente, potete sgranocchiarlo mentre aspettate che la piastra sia caldissima. Mi raccomando, non accendete la cappa, io non l'ho fatto e il risultato è stato ottimale. Aprite al massimo una finestra, giusto per non restare completamente intossicati, ma non di più. Se volete profumare di bistecca alla piastra anche il vostro gatto, tenetelo ad almeno due stanze da voi, altrimenti di più. Gateau è andata a nascondersi a letto sotto il piumino non appena ha visto che nella busta della spesa c'era una bistecca. Quando tutto è pronto, mettete la bistecca sulla piastra. Vi accorgerete che tutto va per il meglio se farà il caratteristico rumore di olio che sfrigola su una piastra rovente e un leggero fumetto aromatizzato. Lasciate la bistecca almeno due minuti per lato, non serve tanto di più. Se volete che anche i vostri vestiti si profumino per sempre di bistecca alla piastra, state vicino alla piastra. In questo modo, se portate gli occhiali, al termine della cottura una gradevole patina di olio si sarà depositata sulle lenti, altrimenti sugli occhi. Quando la cottura sarà ultimata, togliete la bistecca dalla piastra e mangiatela o, per un risultato più durevole, mettetela dentro un cuscino del divano in soggiorno. A questo punto, se avete seguito bene le istruzioni senza commettere errori, la casa dovrebbe essere profumata. Noterete che il profumo di bistecca alla piastra non se ne andrà per giorni, anche aprendo tutte le finestre, anche di notte nonostante siamo in novembre. Dalla cucina non dovrebbe andare mai via. Inutile lavare pavimenti, fornelli, piastrelle, vi guarderete intorno, sconsolati - volevo dire soddisfatti - e, abbagliati dal bagliore - da cosa, se no? - delle superfici, vi chiederete: ma da dove viene questo piacevole odore di bistecca alla piastra? Difficile rispondere, ma che importa: quello che conta è aver ottenuto ciò che volevamo. Se avete fatto le cose come si deve, anche i vostri vicini dovrebbero profumare di bistecca alla piastra per un giorno o due.
19.11.23
Presa al varco (1230)
A proposito di cose del passato, mi chiama, dopo diciotto anni che non lo sentivo, il mio amico Giovanni, che è una persona molto simpatica e un ottimo scacchista. Siamo stati al telefono un'ora e pensiamo di incontrarci per constatare quanto il tempo abbia danneggiato le nostre facoltà intellettive. Abbiamo parlato venti secondi di chi aveva figli (lui) e chi gatti (io, ma forse anche lui, non gliel'ho chiesto), e cinquantanove minuti e quaranta secondi di scacchi. Naturalmente nella chiacchierata sono state buttate lì en passant domande del tipo «ma senti un po', Giovanni, che apertura è che giochi, adesso?», seguite da ingenue precisazioni del tipo «non perché voglia studiare una controapertura per quando ci vediamo, eh» (un secondo dopo aver chiuso la telefonata stavo studiando le partite di Giovanni on line e pensando di prendere lezioni da un Maestro) e vaghe risposte comprensibilmente depistanti. Poi, quando gli ho chiesto se fosse migliorato, mi ha detto: «Ricordo una cosa che mi avevi raccontato vent'anni fa, e cioè che un giorno eri uscito con due buste: quella della spesa, da mettere in macchina, e quella della spazzatura, da buttare nel cassonetto. Gettate le buste, una volta arrivato a destinazione, al momento di farti un tramezzino ti eri accorto di aver buttato la spesa e di aver conservato la spazzatura. Ecco, io adesso sono così. Tutti i giorni». Mi ha fatto ridere. (Non gli credo).
16.11.23
2003 (1229)
Vent'anni fa, oggi, pubblicavo il mio primo appunto su questo taccuino elettronico, anche se non era su Blogspot e non si chiamava così. Mi sembrava giusto notarlo, prima di tornare a dimenticarmi di questa fastidiosa cosa del tempo. Questa sera io e Gateau festeggeremo (il fatto di essere ancora vivi, o, nel caso di Gateau, vivi) con un calice di vino rosso e del cioccolato fondente (io), qualche sorsetto di acqua Levissima e dei bocconcini in salsa gravy (Gateau). Dopo i festeggiamenti, riprenderemo la marcia verso l'appunto 10.000.
15.11.23
Diccelo tu (1228)
Mi ha scritto un lettore, Marcello, un po' polemico, dicendo: «Saltare un'asticella non è il senso della vita. Nuotare da Cuba alla Florida compiendo un'impresa mai riuscita a nessuno non è il senso della vita. Diccelo tu allora qual è il senso della vita. Avere un blog?». Mi ha fatto ridere. Il senso della vita è scrivere mail polemiche ai possessori di taccuini elettronici, Marcello, oltre ovviamente a chiamarsi Marcello, e a fare il salumiere, se fai il salumiere, altrimenti no. Scherzo, ovviamente, anzi se non ci fossero i salumieri questo mondo sarebbe peggiore, e la vita meno sopportabile. A ogni modo la domanda di Marcello mi ha fatto riflettere. Non mi ero mai chiesto quale fosse il senso della vita, dall'età di sei anni do per scontato che non ne abbia e che, se qualcuno dovesse scoprirlo, lo direbbe a tutti. Tra l'altro nuotare da Cuba alla Florida è un'impresa mai riuscita a nessun essere umano, che ne sai che i delfini o gli squali non se la fanno tutti i giorni dopo colazione? Anzi penso sia così, e nessun altro delfino ci fa un film. O magari è riuscita a un essere umano che però se l'è tenuto per sé, un cubano che tutti i giorni nuota fino alla Florida - ok, ce ne vogliono due e mezzo - per prendersi - anzi no, lui ce ne metto uno solo - quei waffle che gli piacciono tanto, o uno statunitense che va a Cuba a prendersi quei sigari che gli piacciono tanto, e se ne fuma uno mentre nuota, al ritorno. Detto questo, ho parlato con il mio amico Giorgio e con suo cugino che fa il fisico, e grazie a questa chiacchierata (quindi grazie un po' anche a Marcello) ho cambiato idea sull'importanza dell'impresa della Nyad o del salto in alto e simili, perché se è vero che in fondo chi nuota da Cuba alla Florida sta facendo qualcosa per se stesso - e vai a sapere perché uno sente che la vita ha senso se nuota, se scala una montagna o se scrive su un taccuino elettronico -, è anche vero che questo individuo, con la sua attività, sta fornendo a tutti gli altri (anche a se stesso) un qualche tipo di informazione sull'Esistente, e se ci può essere un senso nel vivere una vita, forse è proprio in questo (io non lo faccio, appartengo al gruppo di quelli che preferiscono bere birra e farsi i fatti propri). Certo non tanto quanto la sorella del cugino del mio amico Giorgio, che di lavoro studia questa cosa qui,
però in una certa misura anche la nuotata tra gli squali risponde a delle domande (anche domande degli squali, tipo: «Ma oggi, a pranzo?»). In più, ho pensato, quando un essere umano cerca di fare qualcosa che nessun altro ha mai fatto, non si può davvero sapere che cosa succederà. Nessuno poteva sapere che cosa succede a una donna di sessantatré anni che nuota da Cuba alla Florida. Poteva raggiungere la riva e averne ventuno. O essere un granchio. O non raggiungere la riva e finire in un'altra dimensione dove tutti erano asciutti e in smoking. Pensate che scoperta incredibile per il genere umano. Anzi penso che ci scriverò un racconto, così tra l'altro mi sentirò sensato, e sentirò di aver usato bene il tempo di autocoscienza che la sorte mi ha concesso. Inoltre, ho pensato (poi basta, però), una persona che fa una cosa del genere può essere di ispirazione per altre, e magari queste altre non si metteranno tutte a nuotare da Cuba alla Florida - farebbe ridere, però -, ma useranno la tenacia, che lei ha usato per nuotare, per capire l'Esistente. Insomma va bene. A questo punto il cugino di Giorgio ha osservato che, con questo tipo di ragionamento, uno potrebbe pensare di vedere che succede se fa fuori cinquecento persone con un bisturi. O altre pericolose bizzarrie simili. Ecco, non fatelo. Se invece volete nuotare da Cuba alla Florida, o da Cuba a Capri, avete la nostra totale benedizione, e staremo certamente a guardare con grande interesse.
9.11.23
Oltre la vecchiezza (1227)
Ieri ho visto Nyad - Oltre l'oceano. Ovviamente il titolo originale era solo Nyad, ma in Italia c'è questa tendenza a cambiare o ad aggiustare (male) i titoli, non solo dei film. Dopo aver visto Nyad, comunque, io avrei scelto titoli aggiuntivi differenti, per esempio Nyad - Oltre la vecchiezza o Nyad - Vecchie alla deriva o Nyad - Vecchie a babordo (sarebbe a dritta, penso, ma a babordo fa più ridere), e così via. Nyad racconta la storia di Diana Nyad (anche Nyad - Diana, volendo), una nuotatrice statunitense, e in particolare dei suoi ultimi tentativi di nuotare da Cuba alla Florida, compreso (spoiler) quello buono, alla non trascurabile età di sessanta e passa anni. Se vi state chiedendo che aspetto ha una signora di sessanta e passa anni che esce dall'oceano dopo una nuotata di cento miglia, cliccate qui. Se guardate il film, potrete farvi subito un'idea delle difficoltà dell'impresa (anche se non guardate il film, bastava "nuotare da Cuba alla Florida". Per alcuni, tipo me, bastava "nuotare"): squali, meduse dalla puntura potenzialmente letale, freddo, fatica, allucinazioni, vento, sole, mestruazioni (non di Nyad, chiaramente), crisi isteriche, lacrime, rughe, tempeste e ovviamente molta, moltissima acqua. Nyad non ha nuotato per le cento miglia che separano le due coste da sola, ma circondata da una squadra di assistenza di quaranta persone (su delle barche, ovviamente, se fossero state anche loro in acqua sarebbero annegate tutte e questo avrebbe reso il film triste, benché piacevolmente surreale. Oppure ce l'avrebbe fatta uno della troupe e non la protagonista, bello anche questo: oh no, Nyad è annegata! Già, ma la truccatrice - settantaquattro anni - ce l'ha fatta!). Nel mezzo viene anche fugacemente toccato il tema delle violenze sessuali, che non guasta mai, e, mm, sì, c'è anche Jodie Foster, che credo tocchi fugacemente il tema dell'omosessualità, benché nel film si parli di amicizia e secondo internet Nyad risulta sposata con un "misterioso" uomo e comunque, davvero, non importa. A parte tutte queste cose, il film secondo me non merita più di quattromila e duecentoventinove stelline su diecimila, anche se i film sportivi o di imprese sportive hanno (per me) questa particolarità: che voglio vedere come vanno a finire anche se non mi piacciono e anche se in realtà so già come vanno a finire. Infatti quando Nyad (spoiler) arriva finalmente a riva (non quella cubana, ma avrebbe fatto ridere) e viene accolta da applausi e meduse fritte, mi sono anche un po' commosso, lo ammetto. Però al tempo stesso, ed è questo che volevo dire quando ho pensato di scrivere un appunto sul film in questione, mi sono chiesto che senso avesse. Intendo: il tema del film e di conseguenza della vita di Nyad sembra essere riuscire a compiere questa benedetta traversata da Cuba alla Florida. Perché proprio da Cuba alla Florida?, le chiedono anche nel film. Non possiamo farne un'altra? No. A Nyad interessa quella traversata lì e basta. Va be'. Che non è come uno che dice: voglio vincere l'oro alle olimpiadi nel salto in alto. Cioè, per me in realtà è esattamente lo stesso, non credo che abbia molto senso dedicare la propria vita a saltare un'asticella, però il fatto che questo obiettivo sia condiviso da una notevole quantità di gente, e riconosciuto come importante da centinaia (non lo so) di milioni di persone, fa sì che passi inosservata l'effettiva oggettiva insensatezza o arbitrarietà di significato della faccenda, e cioè che stai dedicando la vita a saltare un'asticella. Nel caso dell'impresa della Nyad, non era un obiettivo condiviso da centinaia di milioni di persone, forse era condiviso solo da quarantuno, forse meno, era più che altro uno sforzo estremo di cui non si conosceva la fattibilità. Nyad ci aveva provato a ventotto anni e aveva fallito. Poi a sessanta e passa anni ha deciso di riprovarci e, prova che ti riprova, alla fine ci è riuscita. Con scudi a ultrasuoni per tenere lontani gli squali, con una barca a tre metri e altre intorno e un affare penzolante per tracciare la rotta, con quaranta persone di assistenza, possibilità di fermarsi (in acqua, senza toccare la barca) per bere, mangiare, urinare e defecare, una tuta integrale speciale (qui) per difenderla dalle cubo meduse (se ne mandi giù una muori, dicono), eccetera. Che cosa pensare dunque dell'impresa? Oltre al fatto che non ne capisco la necessità per il genere umano (abbiamo le navi, i motoscafi, gli aerei...). Per prima cosa, che ci può riuscire una signora di sessant'anni. Quindi è probabile che, alle stesse condizioni, ci possa riuscire qualsiasi nuotatore professionista di venti. Seconda cosa, che, se togliamo tute, ultrasuoni, barche, eccetera, la risposta alla domanda se un essere umano può nuotare con successo da Cuba alla Florida è ancora e sarà sempre - come del resto immaginavamo - no.
7.11.23
Una lavoro da professionisti (1226)
L'altro ieri sono passato da zia Mariuccia e quando mi ha aperto le ho detto: birretta o scherzetto? Lei mi ha squadrato per un po' e poi mi ha detto: da cosa sei vestito, Joey? Io le ho detto: come da cosa sono vestito? Da zia Mariuccia. Avevo indosso un pullover con le perline di zia Mariuccia - che tra l'altro mi stava strettissimo e infilandolo avevo sentito crack - rubato il giorno prima da uno dei cassetti di Zia Mariuccia, dei pantaloni beige, visto che zia Mariuccia porta spesso i pantaloni beige, delle Superga bianche comprate all'uopo, proprio come le Superga bianche di zia Mariuccia, anche se di un numero adatto, e degli occhiali di zia Mariuccia, che è miope, presbite, astigmatica, ipermetrope, e vecchia, infatti non ci vedevo niente. Lei ha detto: entra. Sono entrato e ho messo gli occhiali sul tavolo. Ecco dov'era finito, ha detto indicando il maglione mentre mi dava la birra. Già, ho detto io staccando una perlina. Tu non bevi?, le ho chiesto. Lei ha detto: non posso berla. Come mai?, le ho chiesto cercando di riattaccare la perlina, ma senza successo. Sto facendo un periodo senza alcolici, senza glutine, senza lattosio, senza carboidrati semplici, senza fibre insolubili, senza fibre solubili, senza cibi e bevande diuretici e diuretiche, senza cibi e bevande nervini e nervine, senza oligosaccaridi a catena corta e a catena lunga, senza proteine animali, senza legumi, senza grassi saturi, senza cibi Fodmap, senza… Che cosa mangi, zia?, le ho chiesto. E lei: gomma di guar. È seguito un po' di silenzio. Poi, io: ti ricordi quando eri fissata con la roba italiana? Zia Mariuccia si è messa a tavola con un cestino di vimini e ha cominciato a mangiarlo. Non credo sia commestibile, zia, le ho detto. Ho fame, ha detto lei. Be', ho detto io, ricordi? Ogni volta che compravi qualcosa, volevi che fosse italiano. E mi dicevi: è fatto solo con latte italiano, Joey. È fatto solo con grano italiano, Joey. Solo con lince iberica italiana, Joey. Ti ricordi? Vagamente, ha detto zia Mariuccia masticando un gommino per non strisciare i pavimenti. E io pensavo: probabilmente in Germania c'è una zia Mariucchen che vuole solo grano tedesco, solo latte tedesco, solo gommini tedeschi, e che, se le dessero un bicchiere di latte italiano, penserebbe: chissà cosa c'è dentro… sappiamo come sono gli italiani! E allora?, ha detto zia Mariuccia bevendo un sorso della mia birra. Niente, le ho detto, mi fa ridere quando sui pacchetti delle cose leggo "solo blabla italiano!", e io penso: uhm, mi sarei sentito più tranquillo se fosse stato tedesco, o inglese, o spagnolo. Io mi fido solo del nostro cibo naturale, ha detto zia Mariuccia mangiando un gommino. Senti, le ho chiesto, ma se ai bambini dici "scherzetto", cosa fanno? Perché immagino che tutti dicano "dolcetto", no? Però mi sono sempre chiesto: si saranno preparati qualcosa, se uno dice "scherzetto"? Io direi "scherzetto", ad esempio. E zia Mariuccia: anni fa si è presentato un gruppo di bambini e ho detto "scherzetto", perché non avevo dolci in casa. Cioè li avevo ma erano per me. Non avevi dolcetti, intendi, ho detto io. Sì, ha detto zia Mariuccia, dolcetti. Né dolci né dolcetti. Non per loro. E i bambini che hanno fatto?, ho chiesto. Zia Mariuccia ha bevuto un sorso di birra. Mi hanno manomesso i freni della macchina, ha detto poi. Ah, ho detto, wow, pericoloso. Come te ne sei accorta? E lei: come me ne sono accorta. Me ne sono accorta che quando ho pigiato il pedale del freno per frenare la macchina, la macchina non ha frenato e sono finita dentro una siepe. Ah, uhm, ho detto io, be', facevano sul serio quei ragazzini. Già, ha detto zia Mariuccia, lo ha detto anche il meccanico. Ha detto che era "un lavoro da professionisti". Notevole, ho detto. Sì, ha detto zia Mariuccia, da allora ho sempre caramelle e birre scadute in casa per i bambini, ad Halloween. Mi sembra giusto, ho detto io.
2.11.23
30.10.23
Operazione Cristianesimo (1224)
Che poi, pensavo, alla fine il Neo di Matrix, come del resto la Evelyn di Everything everywhere all at once, non è - sono - un po' come Gesù? Anche Gesù era l'eletto, anche lui veniva da un'altra dimensione, anche lui aveva poteri speciali e faceva cose incredibili, anche lui c'erano (facciamo che sia un costrutto grammaticalmente valido) dei cattivi che volevano ucciderlo; anche lui rappresentava il bene e combatteva il male; anche lui moriva e risuscitava. Sto pensando a Gesù che dopo essere risuscitato torna dai Romani, i Romani lo vedono e - ok, niente proiettili per loro - gli lanciano decine di frecce - mm, no, quelli erano gli indiani - decine di pugnali (dopo una breve ricerca scopro che l'opzione più verosimile è: lance. Ma lasciamo pugnali), e lui alza una mano e li blocca tutti a mezz'aria e dice: «No». Come Neo. Io avrei fatto così. Cioè se fossi stato Dio al momento della pianificazione dell'Operazione Cristianesimo, dico. E magari qualcuno gliel'ha pure suggerito:
Signore.
Mm?
E se invece facessimo che Gesù torna, affronta i Romani e blocca a mezz'aria i pugnali che loro gli lanciano e...
Lance.
Come, Signore?
Al massimo i Romani lancerebbero lance, come suggerito anche dal nome.
Be', lance, ok. Comunque, dicevo... Gesù risuscita, torna, affronta i Romani che gli lanciano i loro... le loro lance, e però Gesù le blocca a mezz'aria alzando una mano e dicendo «No». Non sarebbe più di impatto per le generazioni future?
Non stiamo mica scrivendo Matrix.
Cos'è Matrix?
Lascia perdere. Comunque no, va bene così come l'ho pensato io.
Ma secondo me è meglio se Gesù torna e blocca le lance a mezz'aria, Signore.
Ah, ma aspetta un attimo... sei tu Dio?
No… però…
Non sei tu il Signore Onnipotente del Cielo e della Terra che Tutto Sa e Tutto Conosce?
No ma…
Il Signore Talentuoso, Bellissimo e Infallibile? Sei tu?
Dicevo solo che...
Pensavo di essere io, ma a questo punto forse sei tu.
…
Sei tu o no?
No, Signore.
E chi è, invece?
È Lei.
Ah, ecco. Quindi, ricapitolando, che cosa pensi dell'idea delle lance a mezz'aria?
Che forse non è la migliore delle idee, Signore.
Forse non è la migliore delle idee, o fa schifo?
Fa schifo.
Bravo. Anche secondo me.
Signore.
Mm?
E se invece facessimo che Gesù torna, affronta i Romani e blocca a mezz'aria i pugnali che loro gli lanciano e...
Lance.
Come, Signore?
Al massimo i Romani lancerebbero lance, come suggerito anche dal nome.
Be', lance, ok. Comunque, dicevo... Gesù risuscita, torna, affronta i Romani che gli lanciano i loro... le loro lance, e però Gesù le blocca a mezz'aria alzando una mano e dicendo «No». Non sarebbe più di impatto per le generazioni future?
Non stiamo mica scrivendo Matrix.
Cos'è Matrix?
Lascia perdere. Comunque no, va bene così come l'ho pensato io.
Ma secondo me è meglio se Gesù torna e blocca le lance a mezz'aria, Signore.
Ah, ma aspetta un attimo... sei tu Dio?
No… però…
Non sei tu il Signore Onnipotente del Cielo e della Terra che Tutto Sa e Tutto Conosce?
No ma…
Il Signore Talentuoso, Bellissimo e Infallibile? Sei tu?
Dicevo solo che...
Pensavo di essere io, ma a questo punto forse sei tu.
…
Sei tu o no?
No, Signore.
E chi è, invece?
È Lei.
Ah, ecco. Quindi, ricapitolando, che cosa pensi dell'idea delle lance a mezz'aria?
Che forse non è la migliore delle idee, Signore.
Forse non è la migliore delle idee, o fa schifo?
Fa schifo.
Bravo. Anche secondo me.
28.10.23
Everything everywhere all at once (again) (1223)
Ieri sera ho visto Everything everywhere all at once, che volevo vedere da un po' già solo per il titolo, e poi perché avevo letto che era un film: originale, bello, un po' pazzo, con dentro filosofia e arti marziali, insomma un po' come me. Non mi ero accorto che, in pratica, le stesse cose si possono dire anche di Matrix, tranne forse "un po' pazzo", perché Matrix è un film serio, invece Everything everywhere all at once è comico, forse demenziale - ma con del sentimentalismo e degli ammiccamenti adolescenziali in agguato (non che Matrix non abbia del sentimentalismo e degli ammiccamenti adolescenziali in agguato, però non è demenziale, non volontariamente, almeno). Il problema è che, siccome già c'è Matrix, dalle qualità di Everything everywhere all at once dobbiamo togliere un po' di originalità, perché in effetti me lo ha ricordato in diverse cose: (lunga sequenza di piccoli e grandi spoiler) molteplici dimensioni o universi che dir si voglia con molteplici passaggi da una all'altra con il rischio di friggere il cervello se si esagera (ok, in Matrix una realtà era vera e le altre no, qui sono tutte vere); arti marziali; filosofia (spicciola); protagonista che è un eletto, in questo caso un'eletta, ma che non sa di esserlo ma però (scrivo da un universo dove "ma però" si può dire) qualcuno glielo dice; gente (cattivi) che vogliono uccidere l'eletto; altre arti marziali; diverse spiegazioni, in gergo dette "spieghe"; eletto, in questo caso eletta, che a un certo punto ha sviluppato così bene le proprie potenzialità di elezione che quando gli sparano addosso una secchiata di proiettili riesce a bloccarli tutti (che per me è l'apice di Matrix, mentre qui non è l'apice di Everything everywhere all at once); e poi (scrivo da un universo dove si può mettere la "e" dopo il punto e virgola, anzi si deve) altre cose che adesso non ricordo ma durante il film mi hanno fatto dire ah, uhm, ma non c'era anche in Matrix qualcosa del genere? Naturalmente Everything everywhere all at once non somiglia a Matrix, ha solo, come dire, delle venature che lo ricordano, e queste si intrecciano con altre venature che ricordano altre cose già viste, altri film già visti, o forse è solo colpa dei soliti vecchi temi tanto cari agli esseri umani - l'amore, l'odio, la felicità, la tristezza, gli universi paralleli e le arti marziali - più (superspoiler!) un lieto fine (va be' ma novantanove volte su cento c'è il lieto fine, non era un vero spoiler), il tutto, però, e intendo tutto questo vecchiume, confezionato in una confezione (e dove, se no?) scintillante, chiassosa, simpatica e sorprendente. Come se ti regalassero una cravatta impacchettata in una grossa scatola piramidale multicolore gommosa avvolta in una carta a specchio costellata di libellule parlanti chiusa in uno scrigno che si apre con una combinazione alfanumerica e lettore di impronta digitale di un paguro che poi però, quando lo apri, c'è una cravatta. Detto questo, mi è piaciuto. Gli do settemila e trecentoquarantanove stelline (su diecimila).
27.10.23
I sepolcri dello sport (1222)
Leggo un articolo su due calciatori coinvolti nel caso delle scommesse su siti illegali. Entrambi sono cresciuti nelle giovanili del Piacenza, la città dove sono nato e cresciuto. No, non è vero, sono nato e cresciuto a San Paco Llorente, che però è una piccola isola in provincia di Piacenza. Il giornalista dunque va a Piacenza per parlare con, non lo so, comunque va a Piacenza e poi scrive un articolo che comincia così: "Piacenza ti accoglie con un cielo grigio argento e nuvoloni scuri, portatori di pioggia e dispiaceri". Mi ha fatto ridere. A parte l'inizio alla Ugo Foscolo, volevo solo dire al giornalista che qui a Piacenza c'è stato il sole per cinque mesi filati, fino a martedì scorso. Sole e trenta gradi. Anche a ottobre. E afa. E zanzare. E dengue. Le nuvole sono arrivate soltanto mercoledì e non sono cariche di dispiaceri, sono normalissime nuvole cariche di pioggia, anzi pioggerellina. Però stamattina ho sentito una signora dire che i disturbi cardiovascolari sono provocati dagli aerei, dalle cose "che cadono dal cielo", perciò non lo so, magari hanno ragione loro.
20.10.23
Tutto a posto (1221)
L'altro giorno, su esplicita richiesta, ho comprato ai miei un freezer on line. Avevo detto loro: dunque, ragazzi, due cose: una, quando lo consegnano controllate che la scatola sia integra, altrimenti c'è il rischio che sia ammaccato; due, non trasportatelo voi in casa, fatevi aiutare da qualcuno che non abbia il vostro stesso sangue. Ok!, hanno detto loro mostrando il pollice grinzoso. Capito tutto!, hanno detto all'unisono. Tutto chiaro come l'urina di tuo padre da quando il medico gli ha abbassato la dose di anticoagulante!, ha detto mia madre. Tutto cristallino come il cristallino di tua madre dopo che ha fatto la cateratta!, ha detto mio padre. Mm, bene, ho detto io, confido in voi. Yep!, hanno detto loro sbriciolando pastiglie colorate in un panino con la coppa. Oggi, dopo la consegna, mi chiamano: figliolo, il freezer è arrivato! Io: bene, tutto a posto? Loro: sì, sì, è solo un po' ammaccato. Io: ah. E la scatola com'era?, chiedo. Loro: ammaccata. Io: mm, e il corriere? Loro: ammaccato. Io: e il camion del corriere? Loro: ammaccato. Io: chi l'ha portato in casa? Loro: noi! Io: proprio come vi avevo detto. Loro: sì! Io: bravissimi.
18.10.23
Sembra (1220)
Sembra che ci si stia avvicinando lentamente all'uso di armi nucleari da parte della Russia, ha detto stamattina il signor Rodolfo, il mio fruttivendolo. Ah sì?, ho detto io mettendomi in tasca due mandarini. Che tra l'altro mi mettono acidità, gli ho detto quando mi ha chiesto di rimetterli al loro posto se non avevo intenzione di pagarli. E io non l'avevo. Ma lui come poteva saperlo? Anche quella volta che ho preso sei kiwi, me li sono infilati sotto il berretto e sono uscito dal negozio, sono arrivato a casa e li ho mangiati. Avevo intenzione di pagarli! Lui aveva preteso la restituzione dei kiwi, io gli avevo detto che ormai erano andati, i suoi kiwi, sono belli che andati, gli avevo detto, se vuole posso darle un pacco di carta igienica maxi o un mouse usato. Il mouse ha il filo?, mi aveva chiesto il signor Rodolfo. Sì, avevo detto io. Perché quelli senza il filo non li so usare, aveva detto. Ha il filo, avevo confermato io, e così lo scambio era stato fatto. Ma non è fuori moda parlare della guerra in Ucraina?, ho chiesto al signor Rodolfo. Adesso tutti parlano di quell'altro conflitto, ho detto. La dottrina militare di Mosca prevede l'uso di armi nucleari solo in due casi, ha detto il signor Rodolfo, ignorandomi. E sarebbero?, ho chiesto io mordicchiando una carota, poi rimettendola in mezzo alle altre. Caso uno, attacco al proprio territorio, ha detto il signor Rodolfo uscendo da dietro il bancone per venire a togliere la carota morsicata, o, caso due, una minaccia all'esistenza della Russia. Ah, bene, ho detto io prendendo un sacchetto e riempendolo di mele, penso che una minaccia all'esistenza della Russia sia alquanto improbabile, no? Insomma la Russia esiste da molto tempo e non sembra facile farla sparire, ormai. Guardi il Vaticano, ho detto, è molto più piccolo e mite della Russia, eppure è ancora lì. Nessuno sta cercando di far sparire il Vaticano, ha detto il signor Rodolfo facendosi il segno della croce. Eh?, ho detto io, ah, ehm, giusto, ho detto. Il signor Rodolfo, tornando dietro il bancone, ha detto: in realtà è piuttosto discrezionale come criterio. Anche le lesbiche sono considerate una minaccia all'esistenza della Russia. O i cleptomani. Lo sa che i transessuali non possono guidare, in Russia? E nemmeno i cleptomani. Serve a limitare gli incidenti stradali mortali. Non lo sapevo, ho detto io. Probabilmente i transessuali non possono guidare perché, da uomini, diventano donne. E lo conosce il detto, ho detto. Ah ah, ha riso il signor Rodolfo, conosco anche come guida mia moglie. Ah ah, ho riso io, e anche altri uomini, fuori in strada, hanno riso, ma nessuna donna. Ma un transessuale è anche una donna che diventa uomo?, ho chiesto al signor Rodolfo. Non lo so, non me ne intendo!, ha urlato il signor Rodolfo battendo un pugno sul bancone, e sfiderò a duello chiunque osi dire il contrario, ha aggiunto stringendo nel pugno un pompelmo fino a farlo esplodere come un palloncino arancione pieno di succo e polpa di pompelmo. Ok, ok, ho detto io. Poi, porgendo il sacchetto di mele al signor Rodolfo, ho detto: in un certo senso lo stesso uso di armi nucleari è una minaccia all'esistenza della Russia, se ci pensa. Forse il solo fatto di averle. La Russia potrebbe usare armi nucleari per difendere se stessa dalla minaccia all'esistenza della Russia portata dal fatto di possederne. Il signor Rodolfo, riportando le mele al loro posto, ha detto: il gay pride è vietato per cento anni. E io: lo stesso Putin è una minaccia all'esistenza della Russia, no? O il clima. E gli asteroidi. Non saprei, ha detto il signor Rodolfo. Ma perché i cleptomani sono un pericolo per il traffico?, ho detto. Non so nemmeno questo, ha detto il signor Rodolfo. Ma qualcosa la compra o no?, mi ha chiesto mentre infilzavo col dito tutti i kiwi per vedere se fossero maturi. No, ho detto io, vado a prendere le banane al supermercato, che costano meno e sono più buone. Giusto, ha detto il signor Rodolfo, le compro lì anche io.
15.10.23
Come se non (1219)
Sono andato dal medico, in realtà una medica, che mi ha consigliato di fare gli esami per vedere se sono celiaco. Prima con un aggeggio e un gel blu spalmato in faccia (la sua) mi ha guardato tutti gli organi e mi ha poi comunicato che erano al loro posto e delle giuste dimensioni e aspetto. Le ho chiesto allora se tanto che c'era poteva guardare anche il cervello e lei mi ha risposto che ci aveva provato ma che era stata accecata dalla mia intelligenza. E poi mi ha detto provi a fare l'esame della celiachia. Il che è strano perché ero entrato dicendo: salve dottoressa, sto benissimo, sono solo passato a porgerle i miei saluti. E lei mi ha risposto così. Sono strani, i medici. Comunque mentre tornavo a casa sgranocchiando una spiga di grano mi sono venute in mente due cose. La prima è che il vino e lo champagne sono naturalmente privi di glutine. Quindi il mondo mi sorride. La seconda è quella volta che ho chiesto al mio amico Roberto se gli piaceva una nuova fidanzata del mio amico Giorgio, e Roberto ha fatto una smorfia schifata e allora io gli ho chiesto ma perché, che ha che non va? E Roberto ha detto: è celiaca. E io: e quindi? E lui: per me è come se non avesse la vagina. Mi ha fatto ridere (adesso e allora).
12.10.23
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