In merito alla diatriba sui vaccini, ho scoperto che un consigliere di un noto movimento politico, sprovvisto di laurea e che, secondo quanto riportato dalla sua scheda sul sito del movimento, di lavoro fa l’impiegato, ha detto che «la scienza deve ascoltare tutte le opinioni» (se ho capito bene viene pagato ottomila euro al mese per dirlo, e lui ne restituisce, invece di ottomila, cinquemila). Mi è sembrato strano perché già nel quarto secolo avanti Cristo avevano capito che una cosa è la conoscenza e un’altra è l’opinione, e che alla seconda «si ferma chi non si preoccupa di cercare l’essere vero», però io che ne so, ho solo una miserabile laurea in filosofia, magari alla facoltà di impiegatologia li spiegano meglio questi complicati concetti. Sembra poi, tra le altre cose, che abbia anche detto «allora mettiamo medici e scienziati a scrivere le leggi», e credo lo abbia detto come ragionando per assurdo, e che la frase completa fosse «allora mettiamo medici e scienziati a scrivere le leggi, invece degli impiegati!», ma è solo una mia interpretazione. A ogni modo per sicurezza ho chiesto a mia cognata, che è scienziata, e lei mi ha detto che non è vero, la scienza non deve ascoltare le opinioni, specialmente quelle degli impiegati, anzi mi ha pure detto che un metodo alternativo al metodo scientifico ma altrettanto valido e consolidato e usato nei laboratori di tutto il mondo è, quando si ha un dubbio, prendere il telefono, chiamare un impiegato a caso e chiedere la sua opinione, poi fare il contrario. Così sono state scoperte la penicillina, la pastorizzazione e la mietitrebbiatrice, tanto per fare solo alcuni esempi.