592.

Anche oggi sono uscito di casa per fare compere e mi sono innamorato. Lei era in piedi vicino al banco informazioni e indossava un vestito blu di Persia (ah ah, no, non lo so, era blu e basta) e, be’, delle scarpe? Il suo viso era, cioè, ricordava… era molto bella, comunque. Di solito in questi casi cerco di far innamorare di me la ragazza con la forza dello sguardo o del pensiero – una volta ha funzionato –, ma giorni fa la mia amica Paola mi ha detto che se sta facendo la spesa e qualcuno la fissa, lei pensa: uh che palle, ma lasciami perdere.
«Credevo facesse comunque piacere ammonticchiare spasimanti qua e là» le ho detto.
«Non se sto facendo la spesa,» mi ha detto lei «che magari non mi sono neanche pettinata. Ricorda che alle ragazze non interessa piacere, ma essere belle».
Così, per evitare di infastidirla, non ho guardato la ragazza col vestito blu di Prussia, anche se era pettinata magnificamente, guardavo sopra la sua testa o ai lati. Si è anche girata, a un certo punto, per vedere che cosa ci fosse di tanto interessante alle sue spalle. Mentre uscivo mi sono fermato al banco informazioni proprio accanto a lei e ho detto alla commessa «vorrei prendere le solite dodici casse di champagne».
«Vendiamo solo prodotti per animali, signore» mi ha risposto.
Così me ne sono andato, sperando che la ragazza mi fermasse e mi dicesse: «Ehi, aspetta un attimo, di che tipo di blu è il mio vestito?». Non so perché mi metto nei guai da solo, quando immagino dei dialoghi. Non poteva dirmi semplicemente «ti prego, portami con te», anche se lì per correttezza avrei dovuto dirle «sto andando da Mediaworld, però». Facciamo allora: «Dimmi di che colore ho gli occhi e puoi avermi».
«Blu di Persia, come il tuo vestito».
«Il mio vestito non è blu di Persia».
Mm… ok, no: «Blu di Persia!», allora.
Leggera pausa.
«Dimmi altri cinque tipi di blu».
«Blu di Prussia – eh eh –, blu egiziano, blu pavone, blu Dodger e…».
«Ok, sono tua».

21.6.19