Non li seguii, preferendo fermarmi in uno dei bar sulla Riva degli Schiavoni, dove bevvi il primo caffè della giornata, lessi a fondo «Il Gazzettino», presi qualche appunto per un saggio su re Ludwig a Venezia e sfogliai il Diario del viaggio in Italia di Grillparzer, relativo all’anno 1819. L’avevo comprato ancora a Vienna perché, viaggiando, non di rado provo sensazioni analoghe a quelle di Grillparzer. Come a lui, anche a me nulla procura piacere, sono immensamente deluso da qualsiasi attrattiva, e – mi dico spesso – avrei fatto meglio a rimanere a casa con le mie carte geografiche e i miei orari ferroviari. Perfino a Palazzo Ducale Grillparzer tributa un’assai scarsa considerazione. Nonostante la grazia artistica di merli e arcate, così scrive, Palazzo Ducale ha un corpo informe e gli rammenta un coccodrillo. Come giunga a questo paragone, non sa dire.
Vertigini, W.G. Sebald