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Ero a pranzo dai miei, ieri. I miei è da tre mesi che danno da mangiare a un gatto grigio sbucato dal nulla, ci si sono affezionati e lo hanno chiamato Gatto Grigio, o Il Gatto Grigio, non so. Comunque. È venuto Il Gatto Grigio? Ha mangiato Il Gatto Grigio? Guarda, c’è Il Gatto Grigio. Bene, viva i gatti, grigi e no. Ieri sono lì, guardo fuori e dico: c’è Il Gatto Grigio. E i miei, tutti contenti: ah, il nostro amato Gatto Grigio! Cosa faremmo senza il nostro amato Gatto Grigio? Il Gatto Grigio è unico, lo riconosceremmo in mezzo a mille. In mezzo a mille gatti grigi. Hanno detto proprio così. Poi però guardo meglio: c’è un secondo gatto grigio, identico al primo. Sta mangiando le crocchette del Gatto Grigio, oppure è il Gatto Grigio che sta mangiando le sue crocchette e c’è un secondo gatto grigio che lo osserva. Allora dico: ma guardate che i gatti grigi sono due. I miei, impietriti. Poi: ma costa stai dicendo? Ma tu sei pazzo. Hai le traveggole. Imbecille! E io: madre, padre, vi giuro che sono due.E loro: giuralo sul Gatto Grigio, l’Unico e il Solo. E io: lo giuro. Così sbuffano, si guardano come a dire te l’avevo detto che hai un figlio deficiente, si alzano e vengono a vedere, e i gatti grigi sono senza ombra di dubbio due. E sono indistinguibili. Silenzio. Cioè, dico, per tre mesi avete avuto due gatti pensando che fosse uno solo? Silenzio. E adesso non sapete chi è Il Gatto Grigio? Silenzio. Sono tornati a sedere e non hanno parlato per un po’. Mi è venuto in mente quel film di Cronenberg, Inseparabili, che parla di due gemelli che vanno a pranzo da un uomo e una donna, tutti i giorni, a turno, così, per farli diventare scemi, il classico film di Cronenberg, insomma. Devo rivederlo.

1.12.19