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Non vedi come belle lassù rilucono le stelle? A un villaggio è simile ogni stella, e ancor più in alto ecco bella una città. Di qui non la vediamo; se bene ti comporti, su uno di quegli astri arriverai per essere felice. E tuo padre troverai lassù, se Dio vorrà, e Gundi per la mamma. E chissà che tu non prenda la Via Lattea per salire alla città segreta. E se di là guardi quaggiù, tu cosa vedi? Di Röttler la rocca! Carbonizzato il Belchen, il Blauen pure, ché paiono due vecchi torrioni. E nel mezzo, tutta terra bruciata sin nelle falde più profonde. Nel prato più non scorre acqua. Nera desolazione, silenzio di morte a perdita d’occhio – guarda, e dillo all’amico che a fianco ti cammina: «Laggiù c’era la Terra un tempo, e quel monte allora si chiamava Belchen. Non lontano c’era Wislet. Laggiù a quell’epoca vivevo io, aggiogavo i bovi e portavo la legna a Basilea, aravo e abbeveravo i campi, mettevo via i trucioli e giocavo sino all’ora della morte mia serena, e adesso mai più vorrei farvi ritorno».

Soggiorno in una casa di campagna, W.G. Sebald


17.4.20