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L’altro ieri ho letto che il virus sta diventando meno aggressivo. Ho pensato: sì, va be’. Poi altri tre o quattro giornali hanno detto anche loro che il virus sta diventando meno aggressivo. I giornalisti si sono chiaramente fiondati sulla notizia cominciando a chiedere a tutti se fosse vera questa storia. Lo hanno persino chiesto a un paziente mentre veniva trasportato in terapia intensiva. Mi scusi, ma è vero che il virus sta diventando meno aggressivo? E lui: hshshha. E il giornalista, all’infermiere: che cosa ha detto? E l’infermiere: insomma. Allora sono andato a leggere il New York Times e ho scoperto che mentre noi parlavamo di un virus mutato nel senso di indebolito, all’estero stavano parlando di un virus mutato nel senso di più contagioso. C’era chi diceva di sì, chi di no, chi boh. Poi è intervenuto Sergei Pond, un biologo dell’evoluzione, che ha detto: «Non credo sia stata fornita una prova tale da poter affermare che sussista un aumento della trasmissibilità, per stabilirlo con certezza servirebbe una competizione diretta tra i ceppi nella stessa area geografica». Mm, una competizione diretta tra i ceppi. Una specie di olimpiade dei virus, diciamo. Bravo Sergei, chissà perché non ci abbiamo pensato prima.