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A proposito di calcio, sembra che il campionato italiano stia per ripartire, ma a porte chiuse. Si era pensato di far entrare «un po’» di pubblico, ma quanto sarebbe questo «po’»?, ha chiesto qualcuno, e nessuno ha risposto. Allora si sta pensando di far entrare nello stadio un tifoso di una squadra e un tifoso dell’altra, a scopo rappresentativo, come simbolo per il paese che risorge, eccetera. È stato fatto un sondaggio tra i lettori della Gazzetta dello sport ma è venuto fuori che a nessuno fregava niente della faccenda, zero voti, strano. Il progetto però non si è fermato: i due tifosi andranno a mettersi uno in una curva e uno nell’altra, ciascuno con la casacca della squadra per cui fa il tifo o per cui dovrebbe fare il tifo – si sta pensando di usare due attori –, potranno cantare, ballare, sventolare una bandiera, gridare. Essendo lo stadio vuoto, probabilmente sentiremo tutto quello che questi due tifosi diranno, perciò se volessero dire cose che non c’entrano niente con la partita, magari leggere al megafono un loro componimento o parlare di che cosa li assilla, potranno farlo. Le loro eventuali richieste resteranno comunque inascoltate. Alla fine potranno anche venire a contatto e picchiarsi, se lo riterranno opportuno. La polizia non interverrà, li lascerà fare. Non si è ancora deciso se i poliziotti dovranno star lì a guardare la scena, visibilmente annoiati, o se dovranno andarsene. In fondo sono solo due persone, ha detto, sembra, il prefetto di non so quale città. Ci sono altre domande?, ha chiesto poi ai giornalisti presenti. No, hanno detto loro. Bene, ha detto lui.