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L'8 giugno il noto virologo Roberto Burioni aveva dichiarato al Corriere della Sera: «Basta, fino all’autunno non parlo più!». Chissà perché proprio fino all'autunno, mi ero detto. Sarà una stagione particolarmente importante per la virologia, forse. Comunque di solito quando una persona dichiara che non parlerà più, in realtà muore dalla voglia che qualcuno le dica «No, dai, parla ancora!». Fa anche ridere perché, di solito, non dico che sia il caso di Burioni, la persona in questione pensa di dire cose estremamente interessanti, pensa di essere un dono per il mondo e, ritenendosi offesa per qualche mancanza degli altri nei suoi confronti, ritiene di punirli privandoli del Verbo. Di solito, tra l'altro, gli altri se ne fregano e, conoscendo la natura del soggetto, fanno scommesse su quanto resisterà senza parlare. Quando il giornalista aveva chiesto a Burioni se il silenzio stampa fosse dovuto a un eccesso di presenzialismo, Burioni aveva inoltre risposto: «Ma io non sono un presenzialista! Secondo l’ultimo sondaggio Agicom non sono entrato nemmeno nei primi dieci più presenti sul dibattito pubblico». Mi aveva fatto ridere. Comunque adesso il Corriere dice che Burioni ha rotto il silenzio stampa ed è tornato a parlare. Anche questo mi ha fatto ridere. Però mi ha fatto anche perdere una birra con il mio amico Giorgio: lui aveva detto secondo me Burioni non resiste un mese, io avevo detto no, dai, secondo me un mese sì. Peccato, Roberto, mancava pochissimo.