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Giorni fa ho visto la partita di Fognini, che è un giocatore di tennis. No ragazze, aspettate! Non andate via. Non parleremo di sport ma di psicologia e fisica (no, non andate via!). Considerate che Fognini è oggettivamente un bell’uomo, come dimostra questa foto, tanto che Federer, ha confessato (be’) lo stesso Fognini, quando lo vede gli dice sempre: Fabio, ma quanto sei bello?! Come sapete su questo taccuino elettronico si tengono gare di bellezza tra belle (sto divagando, ma comunque per ora il primo trofeo Bellezza delle Bellezze è andato a Caterina Balivo, nonostante abbia perso la finalissima con Andrea Delogu). Non mi metterò a fare gare maschili, per ovvi motivi, ma posso dire a tutte le raccattapalle che vanno in brodo di giuggiole quando vedono Fognini che il tennista ligure non supera il metro e settantotto, mentre il sottoscritto arriva a uno e novanta se non oltre. Ma torniamo all’argomento principale che queste prime deliziose righe non hanno neppure scalfito – a ogni modo sono stanco, perciò taglierò corto. Fognini ha un secondo difetto: perde le staffe. La mia amica Carla mi ha detto che, quando lo ha visto giocare, sembrava posseduto dal diavolo. In effetti parla da solo, se la prende con tutti, sfascia la racchetta, eccetera, il solito repertorio. Però giorni fa, quando l’ho visto agli Internazionali d’Italia (faccio l’arbitro), Fognini a un certo punto ha sparato la pallina fuori dallo stadio o come si chiama. Anche qui, nessuna novità. Però ho pensato mentre dall’alto del mio seggiolone seguivo l’altissima traiettoria della pallina: mm, da qualche parte, prima o dopo, quella pallina dovrà pur atterrare. Mi sono immaginato di camminare tranquillo fuori dallo stadio, magari il tennis mi fa pure schifo, respiro l’aria fresca, mi godo il sole e penso: che bella giornat – e a quel punto sbam!, una cosa pelosa, forse una ruota di un Boeing, mi precipita dritta sugli occhiali (da sole), frantumandoli, un frammento (frammentandoli, allora, o un frantume) di vetro mi finisce dentro l’occhio, entra nel circolo sanguigno, arriva dritto al cuore e sbam!, infarto, ambulanza, ricovero, cure, convalescenza, conosco una bella infermiera che mi dice: ma lo sa che lei è proprio alto? E io: grazie! E sbam!, colpo di fulmine, andiamo a vivere insieme ma… ok, chiudo tornando alla pallina. Ho telefonato al cugino del mio amico Giorgio, che di lavoro fa il fisico balistico, oltre ad avere un negozio che vende ferri da stiro (capirete perché), e gli ho chiesto che velocità raggiunge una pallina sparata da un tennista fuori da uno stadio e che danno può fare se precipita in faccia a un essere umano o sul cofano di una macchina e così via. Il cugino di Giorgio ha fatto un po’ dei suoi conti di cui non capisco assolutamente nulla, velocità verticale, velocità orizzontale, massa, accelerazione, eccetera, e mi ha detto che in pratica è come se ti cadesse in testa un ferro da stiro da due metri di altezza. Siamo rimasti un po’ in silenzio. Poi ha aggiunto che, certo, la pallina è morbida, elastica, e, mm, comunque se ti arriva sul naso può rompertelo. O sugli occhiali da sole, ho detto io. Sì, ha detto lui. Sbam!, gli ho detto. E lui: cosa? E io: niente.

24.9.20