Ieri invece ho guardato La grande partita, cioè addirittura un film sugli scacchi. Non solo: un film su Bobby Fischer, uno dei più famosi e come si suol dire geniali giocatori di sempre, e la sua storica partita con Boris Spasskij in piena guerra fredda. Inutile dire che l’unico motivo per cui l’ho guardato è vedere se la mia regola – se in un film c’è una scena di scacchi, è sbagliata – sarebbe stata rispettata. Ero davvero preoccupato, lo ammetto, perché sbagliare in un film del genere sarebbe stato come fare un film su Maradona e farlo giocare con un pallone da rugby (se la sarebbe comunque cavata), o dimenticarsi di mettere i portieri. Per la prima mezz’ora o forse più gli sceneggiatori sono stati abbastanza furbi da non inquadrare mai direttamente una scacchiera, e di scacchi quasi non si parla, c’è solo Fischer che fa il matto e che dice «Sono il più forte di tutti! Sono il più forte di tutti!», il che lo fa sembrare un po’ scemo. Stavo per perdere le speranze, quando ecco che pure qui, come ne La regina degli scacchi, c’è una partita a mente, in questo caso tra Bobby e un prete (boh). Sulle partite a mente nei film mi vengono due domande: prima domanda, perché non resistono alla tentazione di infilarcele? Forse pensano che la cosa possa sbalordire lo spettatore? In effetti per sbalordire qualcuno con gli scacchi è necessario che il soggetto li conosca in modo abbastanza approfondito, altrimenti sembrano stupidi, noiosi e incomprensibili, a meno che non si usi una scacchiera lilla (anche a mente). Allora forse uno spettatore inesperto vede due che giocano a mente dicendo coordinate indecifrabili e pensa: wow, questo sì che è un vero genio! Seconda domanda, perché non si documentano prima di scriverla? Sembra che facciano affidamento sul fatto che nessuno controllerà mai quelle mosse, ma in realtà penso che il pubblico sarà perlopiù di scacchisti, e tutti controlleranno. Per gli altri vanno bene. Io ovviamente sono andato a controllarle, nonostante ci fossero due elementi potenzialmente scoraggianti: uno è che Bobby e il prete sembrano nel mezzo di una partita, il che rende più difficile capire se le mosse abbiano senso o no, visto che non si conosce la posizione completa come in partenza; due, a un certo punto Fischer dice che ha preso l’idea di una mossa da una partita tra Anderssen e Morphy, due giocatori del 1850, il che sembra dire: ehi, ci siamo documentati alla grande, qui! Però, mi sono detto, diamo ugualmente un’occhiata, Bobby (mi chiamo Bobby, quando parlo da solo), non si sa mai. Così prendo la scacchiera e decido di posizionare solo i pezzi che vengono nominati, per vedere se qualcosa non va. Difficile con così poche informazioni e così poche mosse, ma non si sa mai:
Fischer: Alfiere d3.
Ora, non sappiamo se Fischer abbia i bianchi o i neri, diciamo che ha i bianchi:
Prete: Alfiere e5.
Fino a qui tutto ok.
Fischer: Cavallo e5.
Ora, il cavallo si muove sulla stessa casa dove il prete ha messo l’alfiere, quindi lo prende. Strano che non venga usata la formula Cavallo prende Alfiere o Cavallo prende in e5 o Cxe5, ma ok.
Il prete resta un po’ perplesso, il che farebbe pensare a una svista, e poi:
Prete: Torre d1.
Mm, un po’ sospetto. Scricchiolante, diciamo, ma legale. Fischer sorride soddisfatto e dice:
Fischer: Donna e4.
Non vediamo gli altri pezzi sulla scacchiera, quindi non sappiamo che abbia da sorridere, ma non importa, importa che non ci siano scempiaggini. La mia regola resta in pericolo. Il prete risponde con:
Prete: Pedone a4.
Tocca a Fischer, che finalmente dice:
Fischer: Donna e7.
Ed ecco qua! Donna e7 è impossibile, la regola è salva!
Che soddisfazione. Ho svegliato Gâteau per dirglielo, ma si è grattata dietro l’orecchio e poi si è rimessa a dormire. Dopotutto con un cervello di 25 grammi non si possono certo apprezzare queste sottigliezze.
Più avanti il prete e Bobby ci riprovano, questa volta sembrano cominciare una partita, e la prima mossa del prete è subito:
Prete: Alfiere f6.
L'alfiere non muove dritto, non salta i pedoni, non cambia colore e verrebbe mangiato.
Fischer: Re d4.
Il re muove solo di una casa, non salta i pezzi e verrebbe mangiato.
Che dire? Bello. E qui ha riso persino Gâteau.