Nella prassi strategica, però, nemmeno le fortezze a stella, costruite e perfezionate dappertutto nel corso del XVIII secolo, raggiunsero il loro obiettivo: tale era la concentrazione su questo schema, infatti, da indurre a trascurare la circostanza che le fortezze più imponenti attirano, com’è nella natura delle cose, anche le forze nemiche più imponenti; che quanto più ci si trincera, tanto più risolutamente ci si mette sulla difensiva, costretti alla fine ad assistere, da una postazione fortificata con ogni mezzo immaginabile e senza poter fare nulla, a come le truppe nemiche, aprendosi altrove una zona di combattimento scelta da
loro, ignorino bellamente le fortificazioni, trasformate in arsenali a regola d’arte, sovraccariche di bocche da fuoco e sovraffollate di uomini. È perciò accaduto più volte che, proprio mentre si intraprendevano opere di fortificazione, fondamentalmente segnate, disse Austerlitz, da una tendenza allo sviluppo paranoide, si sia lasciato scoperto un punto decisivo, spalancando così le porte al nemico.
Austerlitz, W.G. Sebald