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Nelle ultime due settimane io e il mio amico Giorgio abbiamo stupito parenti e amici elencando i nomi delle dita dei piedi: alluce, illice, trillice, pondolo, minolo. Io sapevo trillice, mentre Giorgio sapeva anche illice. Poi abbiamo dato un’occhiata in rete e, estasiati, abbiamo scoperto pondolo e minolo. Così abbiamo cominciato a dire a tutti: sai come si chiama questo dito?, mostrando un dito di un piede in un barattolo. E tutti: mm, no. E noi: illice! E, loro, estasiati. Anche la moglie di Giorgio, esperta di corpo umano, era rimasta profondamente colpita. Questa volta mi avete stupito, ragazzi, ci ha detto una sera mentre noi, seduti sul divano, ci davamo grandi pacche sulle spalle bevendo un meritato vodka tonic. Finora credevo foste due buoni a nulla, ci ha detto, ma con questa storia di… com’è che era? E noi: Illice! Trillice! Pondolo! Minolo! Ecco, ha detto lei, con questa storia incredibile vi siete riscattati, dimostrando di avere profonde conoscenze in un campo, l’anatomia, di utilità e rilievo, e non più in campi di nessun valore come lo sport, i film, l’alcol, etc. Grazie!, abbiamo detto noi dandoci altre pacche sulle spalle. E così abbiamo fatto con tutti gli altri, raccogliendo sempre grandi complimenti. Finché oggi non mi è venuto in mente di cercare la nomenclatura completa, perché avevamo visto che il dito pondolo poteva essere anche pondulo, pinolo, anulo. Insomma com’è normale volevo approfondire le mie conoscenze e diventare ancora più esperto, forse un giorno avrei aperto uno studio o mi avrebbero dato una laurea ad honorem, chissà, avrei girato per il paese, mi avrebbero chiamato nelle scuole, ai congressi, magari anche all’estero. E così, cercando, ho scoperto (con orrore) che i nomi delle dita dei piedi sono: primo dito o alluce, secondo dito, terzo dito, quarto dito, quinto dito o mignolo, mentre i nomi illice, trillice etc. non esistono se non nel racconto per bambini Ultimo, il maialino. Faccio fatica, andando indietro con la memoria, a trovare una delusione altrettanto cocente. Ho scritto subito al mio amico Giorgio, sperando che non fosse troppo tardi e che non stesse già illustrando la falsa nomenclatura ai cittadini di San Paco Llorente, in piazza, come aveva promesso di fare, ottenendo anche il via libera dal sindaco in persona (dopo averlo sbalordito con il nostro elenco). Non mi ha ancora risposto. Poi dovremo telefonare a tutti gli altri e rettificare facendo pubblica ammenda. E, immagino, rinunciare al titolo, che sentivamo già in tasca, di sanpacollorentesi dell’anno.