1006.
Ieri mi sono arrivati dei mobili da montare. Penso: e che ci vuole? Bastano un cacciavite e la voglia di farlo. Due cose di cui al momento sono sprovvisto. Così esco e vado a comprare un cacciavite. Non sapendo dove si acquista, provo in cartoleria. La signora dice «non ne abbiamo». Io dico «eh, possibile? Nel retro non avete una cassettina degli attrezzi con un cacciavite?». «Se anche fosse,» mi fa lei «e non sto dicendo che è così, non sarebbe in vendita». Mi fa sempre ridere quando qualcuno dice che una cosa non è in vendita. Tutto è in vendita, e in quei rarissimi casi in cui una cosa non è vendita per nessuna cifra, sarà in vendita per qualcos’altro, che so, la vita eterna, tornare al giugno 1984, la vista a raggi x, diventare belli, eccetera. Metto dunque sul bancone una banconota da 10 euro. «Sicura?» dico alla signora. La quale vacilla. La osservo osservare la banconota. «Sicura» mi dice prendendo la banconota e infilandosela nella camicetta. Mm, penso, non so se funziona così. Apro il portafoglio e vedo che mi restano solo una banconota da 50 euro e un preservativo. Quale dei due mi farà vincere la sfida? Opto per la banconota. «Sicura sicura?» dico. Osservo la donna deglutire. 50 euro. «Pensi a tutti i cacciaviti che potrebbe comprarsi. Potrebbe comprarsi un set di cacciaviti Stanley da ventisei pezzi e avanzare ancora qualcosa per comprare altri cacciaviti» dico alla donna. «Perché mai, dopo essermi comprata un set di cacciaviti Stanley da ventisei pezzi, dovrei volere altri cacciaviti?» mi fa lei, bluffando. Buona mossa, lo ammetto. «Si riprenda i suoi soldi e se ne vada» dice prendendo la banconota e infilandosela nella tasca del vestito a fiori. Un osso duro, la signora, penso mentre lascio il negozio. Comunque non era questo ciò di cui volevo parlare, mi sono dilungato come al solito su dettagli di nessuna importanza. In breve: alla fine ho trovato il cacciavite, era proprio sotto il mio naso, nel cassetto del garage della casa del mio amico Roberto. Mentre lo prendevo, mi ha sorpreso sua moglie Abigaille. «Ciao Abi» le ho detto. «Ciao,» mi ha detto lei «che fai?». «Prendo un cacciavite di Roberto, posso?» le ho detto. «Prendi, prendi,» mi ha detto lei «tanto quel buono a nulla non aggiusta mai niente» ha detto riferendosi a Roberto. Siccome Abigaille è una bella donna, le ho detto: «Abi, ricorda che, se ti stufi di Roberto, io per te ci sono sempre». «Ti prendi il pacchetto completo?» mi ha detto lei, intendendo anche Roberto Junior. «Non esageriamo,» le ho detto «pensavo giusto a una cena romantica». Abigaille non ha commentato. Alla fine comunque sono riuscito a tornare a casa con questo benedetto cacciavite. Ho aperto un pacco, ho avvitato la prima vite ma, a metà dell’opera, ho pensato: no, non fa per me. E ho chiamato mio padre. Ma di questo, vista l'ora, parleremo un’altra volta.