Trentasei no (1213)

Ieri sera ho rivisto Rocky, un film che non smette di essere bello. Ci sono state però delle cose che avevo dimenticato e che mi hanno fatto ridere. Per esempio quando viene presentato alla tv l'incontro tra Apollo e Rocky, un giornalista chiede ad Apollo: «It is a coincidence that you're fighting a white man on the most celebrated day in US history?». Apollo risponde: «I don't know. Is it a coincidence that he's fightin' a black man on the same day?». Ma nella versione italiana per qualche ragione diventa: «È solo una coincidenza che un negro combatta contro un bianco in un giorno così importante per l'America?». Apollo nella versione italiana non si offende (neanche in quella originale, ma non ne avrebbe motivo) e anzi risponde: «Non saprei, forse è una coincidenza che un bianco combatta contro un negro in un giorno così importante per l'America?». A parte l'ormai noto discorso sui termini che oggi percepiamo in un modo e cinquant'anni fa in un altro e il conseguente entusiasmante dibattito sulla necessità o meno di cambiarli, mi colpisce il fatto che qui nella traduzione il termine offensivo sia stato aggiunto, visto che nella versione originale non c'era. Mi fa ridere (molte cose mi fanno ridere, anche cose che non fanno ridere nessun altro) che, senza una vera ragione, non siano rimasti fedeli all'originale semplicemente usando il termine "nero" (posso capire che "uomo nero" per noi non andasse bene, forse non volevano offendere Apollo). Curioso poi che nell'originale venga detto una volta sola, nella versione doppiata due - addirittura lo si fa dire ad Apollo di se stesso, cosa che oggi suona effettivamente comica -, ma forse lì può essere un fatto di sincronia? Non so. Poi. Un'altra cosa che mi ha fatto ridere è come va il primo appuntamento tra Rocky e Adriana: i due vanno a pattinare, Adriana è molto timida ma comunque in scene precedenti si è capito che Rocky le piace. Quando hanno finito di pattinare Rocky non la riaccompagna a casa ma la riaccompagna a casa propria. Scambiano due parole sulle scale d'ingresso, poi Rocky invita Adriana a entrare. Adriana non vuole. Rocky insiste. Adriana non vuole. Rocky insiste. Molto. Anche se gentilmente. Adriana alla fine entra. Appena entrati Rocky le offre da mangiare o da bere ma lei rifiuta, allora Rocky dice «fa un gran caldo qui dentro» e si leva il maglione, sotto il maglione ha solo una canottiera e così mette bene in vista i muscoli. Adriana è inchiodata all'ingresso con ancora il cappotto addosso. Rocky si siede sul divano e le dice di raggiungerlo. Adriana rifiuta. Rocky insiste. Adriana rifiuta. Adriana dice che non si conoscono abbastanza bene e ripete più volte «sono a disagio». Rocky non molla. Le dice di andare a sedersi sul divano, e che è «un bel divano» (ci sono macchie e buchi nella stoffa e bottiglie vuote di birra infilate dietro lo schienale). Adriana rifiuta, allora Rocky si alza dal divano e va verso di lei. Adriana indietreggia e dice che non è mai stata a casa di un uomo, da sola, che si sente a disagio. Anche Rocky dice che si sente a disagio (perché lei lo sta rifiutando, immagino) e anch'io mi sento a disagio (perché Rocky insiste). Adriana si volta e fa per andarsene, arriva ad aprire la porta, è quasi fuori. A questo punto Rocky le va dietro, le dice non andare, mette una mano sulla porta per impedirle di aprirla e con l'altra mano le blocca l'unica via di fuga, anche se sarebbe stata una via di fuga verso l'interno dell'appartamento di Rocky:
Quindi le toglie gli occhiali, il berretto, le dice che ha degli occhi belli, che l'ha sempre trovata bella e le dice che vuole baciarla, aggiungendo «tu puoi anche non restituire il bacio, se non vuoi, ma io ti voglio baciare». Adriana è pietrificata e non risponde. Rocky comincia a baciarla e, a quel punto, Adriana ci sta, mandando a tutti gli uomini del mondo il messaggio (la colpa non è di Adriana, perché Adriana è Sylvester Stallone) che dopo trentacinque «no» di una donna c'è un «sì». In fondo anche mia madre usava la stessa tattica quando ero giovane (non per scoparmi): «vuoi gli spinaci?». «No». Lo chiedeva trentacinque volte e, in effetti, alla fine, a volte, io dicevo sì. Ma in fondo così è Rocky: uno che non si arrende. Questo suo tratto caratteriale lo porta dal molestare (corteggiare) una donna a regalarci una delle più belle scene del cinema, forse neanche una scena, sono pochi secondi e un'espressione, cioè quando Apollo è convinto di aver finalmente battuto Rocky ma Rocky si rialza. Me l'ha fatto notare un tizio su Youtube, dicendo che l'espressione di Apollo quando vede Rocky rialzarsi gli ha cambiato la vita, perché Rocky, non vincendo l'incontro ma solo continuando a rialzarsi, gli ha «preso l'anima» (ad Apollo).


Bello. In pratica ho riguardato tutto Rocky solo per rivedere quella scena, per rivedere l'espressione di Apollo.

23.9.23