Everything everywhere all at once (again) (1223)

Ieri sera ho visto Everything everywhere all at once, che volevo vedere da un po' già solo per il titolo, e poi perché avevo letto che era un film: originale, bello, un po' pazzo, con dentro filosofia e arti marziali, insomma un po' come me. Non mi ero accorto che, in pratica, le stesse cose si possono dire anche di Matrix, tranne forse "un po' pazzo", perché Matrix è un film serio, invece Everything everywhere all at once è comico, forse demenziale - ma con del sentimentalismo e degli ammiccamenti adolescenziali in agguato (non che Matrix non abbia del sentimentalismo e degli ammiccamenti adolescenziali in agguato, però non è demenziale, non volontariamente, almeno). Il problema è che, siccome già c'è Matrix, dalle qualità di Everything everywhere all at once dobbiamo togliere un po' di originalità, perché in effetti me lo ha ricordato in diverse cose: (lunga sequenza di piccoli e grandi spoiler) molteplici dimensioni o universi che dir si voglia con molteplici passaggi da una all'altra con il rischio di friggere il cervello se si esagera (ok, in Matrix una realtà era vera e le altre no, qui sono tutte vere); arti marziali; filosofia (spicciola); protagonista che è un eletto, in questo caso un'eletta, ma che non sa di esserlo ma però (scrivo da un universo dove "ma però" si può dire) qualcuno glielo dice; gente (cattivi) che vogliono uccidere l'eletto; altre arti marziali; diverse spiegazioni, in gergo dette "spieghe"; eletto, in questo caso eletta, che a un certo punto ha sviluppato così bene le proprie potenzialità di elezione che quando gli sparano addosso una secchiata di proiettili riesce a bloccarli tutti (che per me è l'apice di Matrix, mentre qui non è l'apice di Everything everywhere all at once); e poi (scrivo da un universo dove si può mettere la "e" dopo il punto e virgola, anzi si deve) altre cose che adesso non ricordo ma durante il film mi hanno fatto dire ah, uhm, ma non c'era anche in Matrix qualcosa del genere? Naturalmente Everything everywhere all at once non somiglia a Matrix, ha solo, come dire, delle venature che lo ricordano, e queste si intrecciano con altre venature che ricordano altre cose già viste, altri film già visti, o forse è solo colpa dei soliti vecchi temi tanto cari agli esseri umani - l'amore, l'odio, la felicità, la tristezza, gli universi paralleli e le arti marziali - più (superspoiler!) un lieto fine (va be' ma novantanove volte su cento c'è il lieto fine, non era un vero spoiler), il tutto, però, e intendo tutto questo vecchiume, confezionato in una confezione (e dove, se no?) scintillante, chiassosa, simpatica e sorprendente. Come se ti regalassero una cravatta impacchettata in una grossa scatola piramidale multicolore gommosa avvolta in una carta a specchio costellata di libellule parlanti chiusa in uno scrigno che si apre con una combinazione alfanumerica e lettore di impronta digitale di un paguro che poi però, quando lo apri, c'è una cravatta. Detto questo, mi è piaciuto. Gli do settemila e trecentoquarantanove stelline (su diecimila).

27.10.23