Ci vuoi anche la panna? (1254)

Oggi è il mio compleanno, l'ho scoperto quando, stamattina, mi ha fatto gli auguri un'enoteca online. No, in realtà lo sapevo da un po', da almeno due settimane, quando ero a pranzo dai miei anziani genitori e, siccome la torta Sacher è la mia preferita, ho detto: «Quest'anno faccio arrivare la torta Sacher dall'Hotel Sacher». A quel punto ho visto il mio anziano padre lasciar partire uno sbuffetto con tanto di lieve alzatina di spallucce che credo volesse dire: «Nessuna Sacher è buona come quella che fa mia moglie». Al che gli ho detto: «Guarda che la Sacher dell'Hotel Sacher è l'unica Sacher, non ci sono altre Sacher, le altre sono torte al cioccolato che cercano disperatamente di spacciarsi per torte Sacher, senza mai riuscirci». Lui ha scosso la testa come a dire: «Nessun hotel è meglio dell'hotel in cui vivo». «Lascialo perdere» ha detto la mia anziana madre. «Sì, infatti» ho detto io. «Però ha ragione,» ha continuato lei «io ti posso fare la Sacher identica all'originale, che come ben sai costa come lo stipendio di un aspirante pasticciere». «Tu per quanto me la faresti?» le ho chiesto. E lei: «Ma io sono tua madre!». «Ah, giusto» ho detto io. E lei: «Dammi trenta euro e siamo a posto». «Ma poi come fanno a fartela arrivare senza che si sciolga?» ha detto mio padre. «Che vuoi dire? Mica te la spediscono in un forno a legna» ho detto io. «La mia sarebbe appena fatta» ha detto mia madre. «Con canditi e meringhe fresche» ha detto mio padre «e le zucchine del mio orto». «Non lo so,» ho detto io «sei gentile e non vorrei offenderti, madre, ma la Sacher non è come i tortelli, sei sicura di saperla fare?». Qui i miei anziani genitori si sono messi a ridere. «Ma certo che la so fare!» ha detto mia madre. «Tua madre sa fare tutto» ha detto mio padre facendomi l'occhiolino. «Seguirò la ricetta ufficiale al milligrammo, non temere». «Ma l'hai mai fatta prima?» le ho chiesto. «Ne ho fatte centinaia» ha detto lei. «Tua madre da giovane lavorava all'hotel Sacher» ha detto mio padre. «Davvero?» ho detto io. «Era a Pizzighettone» ha detto mia madre «e non si chiamava Hotel Sacher ma Hotel Pizzighettoner». «Ah» ho detto io. «Comunque tua madre è molto scrupolosa, tiene conto anche dell'umidità, della densità dell'aria e dell'altitudine. Cambia anche le candele dei motorini» ha detto mio padre «e quando fa la Sacher si può parlare solo ungherese». «Intendi tedesco» ho detto io. «Sarà la miglior Sacher che tu abbia mai mangiato, non temere» ha detto mia madre. «E va bene,» ho detto io alla fine, svuotando il carrello del Sacher Shop «fammela tu». «Gute whal, figliolo» ha detto mio padre sollevando un boccale di birra. «Ti farò la miglior Sacher del mondo» ha detto mia madre. «Grazie» ho detto io. E così arriviamo a stamattina. Mia madre mi scrive per farmi gli auguri, la ringrazio e le chiedo: «Com'è venuta la Sacher?». E lei: «Male, mi ero dimenticata che con questa tortiera dovevo raddoppiare le dosi e non mi ricordavo più se ci andava la panna, ma è fatta con il cuore». Mi ha fatto ridere.

27.1.24