-16

È venuto il tecnico della caldaia. A un certo punto mi chiede se posso far partire la lavatrice. Io lo guardo, atterrito. Ehm, gli dico. Allora lui scoppia a ridere e mi fa, ho capito tutto, ho capito tutto, siamo nella stessa lacrima! Siamo dove?, gli chiedo io, e lui: Sì, siamo nella stessa lacrima, come un sole e una stella, siamo luce che cade dagli occhi, sui tramonti della mia terra, sui nuovi giorni, ascoltami, ora so piangere. E ha pianto.

13.12.15

-17

Dal regista premio Oscar (non per questo film) Steven Soderbergh, colonna sonora del premio Oscar (non per questo film) James Horner, fotografia del premio Oscar (non per questo film) Emmanuel Lubezki e sceneggiatura originale del premio Oscar (non per questo film) Graham Moore, un’appassionante (lascialo dire a noi) storia d’amore (e ti pareva) con il premio Oscar (non per questo film) Meryl Streep e il premio Oscar (non per questo film) Jack Nicholson.

5.12.15

-18

«È una storia lunga».
«E la si può sapere?».
«Lui ama lei, lei no».
«Lunghissima».
«Ho sintetizzato».

21.11.15

-19

Essere Mariangela Fantozzi. Su Wu Magazine di novembre, qui.


6.11.15

-20

Con farina e aceto pensavo proprio di aver vinto il concorso Spesa più triste del giorno, ma sul filo di lana vengo battuto dal signore dietro di me che si presenta con pane e cero da morto.

18.10.15

-24

Dialogo con mio padre (intento a pulire un vecchio mobile togliendo ragnatele e insetti a mani nude).

«Tu non hai paura di niente, eh?».
«E di cosa?».
«Be’, tocchi gli scarafaggi morti con le mani…».
«Eh, caro mio. Quand’ero giovane prendevo i topi per la coda!».
«Gesù. Roba da prendersi delle malattie».
«Ma va'… ai miei tempi i topi erano sani».

20.9.15

-26

La parte più interessante e che nessuno conosce della favola “la rana e lo scorpione” è che lo scorpione non ci doveva neanche andare, sull’altra sponda del fiume.

19.8.15

-27

Ieri al cinema, sul punto di entrare in sala dopo aver acquistato i biglietti, una decina di spettatori in tutto, noto una ragazza che esce dalla fila e va da un inserviente, un tipo sciatto dall’aria svogliata appoggiato al bancone del bar che sta chiacchierando con un altro inserviente, un tipo forse ancora più sciatto e dall’aria se possibile ancora più svogliata di lui, e, la donna, con tono vagamente allarmato, disorientato, intimorito, mostrando il biglietto a entrambi chiede loro:
«Scusate… ma… non c’è nessuno che controlla i biglietti?».
I due la osservano, osservano il biglietto; poi il primo lo prende, lo controlla, lo strappa e lo restituisce alla donna.
«Può entrare, signora».

18.3.15