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Stavo leggendo un articolo di un giornalista del Corriere che con suo padre, nato in Argentina, è tornato dopo vent’anni a Buenos Aires, che li ha presi a sassate, dice. Poi dice che in sei giorni di viaggio ha ricevuto diciassette condoglianze da sconosciuti per la mancata qualificazione dell’Italia al mondiale, e che una signora “con un vestito celeste come quelli di Evita nelle foto sui rotocalchi s’avvicina, mi prende sotto braccio e dice: «Siete italiani? Vi ho sentito parlare. Io sono di Reggio Calabria, sono arrivata nel ’33. Peccato per il Mondiale, quel Ventura si dovrebbe vergognare». Mi ha fatto ridere.

3.2.18