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Ieri ho visto Manchester by the sea. Lo so che sono passati due anni da quando ha vinto un paio di Oscar ma, fidandomi del mio sesto senso per le fregature, l’ho sempre evitato accuratamente. Fino a ieri. Di solito di un film basta il trailer. A volte il trailer è meglio del film. Poi ci sono quei trailer così lunghi che, quando finiscono, dici ok, per me è sufficiente, grazie. Per esempio un film così è stato quello uscito l’anno scorso con Emma Thompson che fa il giudice, credo si intitoli Emma Thompson e il suo boia, e deve decidere non so più cosa, ma c’era tutto: Emma Thompson severa, Emma Thompson tenera, Emma Thompson che rideva, Emma Thompson che piangeva. Insomma la solita Emma Thompson. Emma, o ti inventi qualcosa di diverso dal piangere, ridere, eccetera, oppure è meglio se vai in pensione. Comunque, dicevo, Manchester by the sea. Il film dura più di due ore e attenzione perché, come si dice, sto per spoilerarlo del tutto (ma vi faccio un favore). E poi essendo un film del 2016 si può, perché la legge italiana sullo spoiler dice che «è immorale spoilerare un film solo se il film è uscito da meno di settecentonovantanove giorni», e guarda caso, essendo uscito il film il 14 novembre 2016 oggi è l’ottocentesimo giorno, quindi vi dico subito che lui è così triste perché ha causato la morte delle sue figlie, o, in forma più giallistica, è l’assassino (ecco, per esempio, se il film fosse stato costruito come un giallo, di sicuro l’avrei visto tutto. A volte uno sbaglia solo il genere, neanche la storia). A ogni modo c’è questo personaggio, interpretato da Casey Affleck, il fratello meno espressivo di Ben Affleck (che oltre a stare serio sa anche sorridere), che non solo è triste (anche quando nei flashback dovrebbe essere allegro) ma anche antipatico (anche quando nei flashback dovrebbe essere simpatico), due modi di essere che, va detto, vanno frequentemente a braccetto. Ora, io capisco la tua tragedia, Casey, ma se tutte le persone che dopo aver fumato spinelli e sniffato cocaina e dimenticato di mettere il parafuoco davanti al camino prima di andare a piedi alle due di notte con meno dieci gradi a prendere non so cosa al minimarket impiegandoci un’ora e trovando al ritorno la casa in fiamme con dentro le figlie completamente arrostite e la moglie imbufalita e pronta a chiedere il divorzio fossero così scontrose, il mondo sarebbe un posto invivibile, credo. Casey Affleck, comunque, avendo, immagino, la sindrome di Guillain-Barré, è perfetto per interpretare un uomo con un solo stato d’animo. Un uomo, potremmo dire con un neologismo, caseyaffleckato. Il film nel complesso l’ho trovato noioso, fatta eccezione per qualche battuta divertente del nipote rimasto orfano (il fratello di Affleck, non Ben, muore quasi subito perché Affleck si dimentica di mettere il parafuoco anche in casa sua), nipote che, però, diventa antipatico anche lui dopo sei o sette minuti che lo conosciamo, facendoci desiderare che Affleck a un certo punto decida di mettere un paio di pezzi di legno anche nel camino della sua cameretta e, se non c’è, costruisca prima un caminetto e poi faccia quello che sa fare meglio. Il film termina più o meno dopo un paio d’ore, senza che la storia sia conclusa, quando comincia Calciomercato - L’originale. Ma quello che volevo dire è che di tutto Manchester by the sea la scena che più mi ha colpito è quella in cui Casey sfila all’improvviso la pistola dalla fondina di un poliziotto e cerca di spararsi, credo per suicidarsi poiché sopraffatto dalla propria antipatia, ma non ci riesce perché la pistola ha il parafuoco e perché, in effetti, non ne fa una giusta. I presenti intervengono e, ahimè, lo salvano. Ecco, quella scena mi è sembrata ridicola, non drammatica, e da quel momento, per tutto il film, il film mi è sembrato ridicolo, non drammatico, un film comico, non un film drammatico, Manchester by the sea, ho pensato da quel momento in poi, e che bel film poteva essere, allora, ho continuato a pensare, se il regista non avesse sbagliato genere, se invece di fare un film drammatico avesse fatto, sullo stesso argomento, un film comico.

23.1.19