Ieri sono venuti a cena il mio amico Giorgio e sua moglie. Non che sua moglie non sia mia amica, naturalmente, chiunque sia amico di un mio amico è anche mio amico, anche se, be’, lei è sua moglie, in effetti, non so se siano anche amici, sarebbe una bella cosa, forse, benché diversa, ma quello che volevo dire è che chiunque sia moglie di un mio amico è anche mia moglie o, mmm, be’ sono venuti e mi hanno regalato una confezione da trecento metri di pellicola alimentare, un regalo stupendo, l’avevo vista a casa di Giorgio – e di sua moglie, naturalmente: vivono insieme – e avevo detto «ma è stupenda!», più che altro per cortesia, sapete, per fare un complimento a un amico, ho scelto la pellicola ma avrei potuto scegliere il Van Gogh, per me era uguale, contava il gesto, tuttavia sembra che Giorgio abbia pensato di comprarne una anche per me (sembra proprio così, a questo punto. Certo, allora potevo fare dei complimenti al Van Gogh, a saperlo), è questo che fanno gli amici, no? Si regalano centinaia di metri di pellicola alimentare, poi ci si avvolgono dentro, stretti, e rotolano giù per i declivi (?) della vita. E così ora sono qui che penso a tutto quello che potrei avvolgere nella succitata pellicola. Ho pensato alla macchina, per esempio, dovrei fare un paio di calcoli (e dovrei anche saper fare i calcoli). E un autobus?, mi sono chiesto poi. Bisogna essere ambiziosi nella vita. Un autobus è lungo dodici metri, alto tre, largo tre, la pellicola è lunga trecento ma purtroppo è larga trenta centimetri e, qui il vero problema, alta un solo millimetro, e in più non ha il motore né le ruote, dunque direi che è proprio impossibile convincere qualcuno a salire a bordo e, se anche convinto, a spostarsi da un punto A a un punto B, che è quello che fanno gli autobus praticamente tutto il tempo. Però trecento diviso dodici fa venticinque e pensare di avere venticinque autobus di pellicola mi renderebbe piuttosto orgoglioso, anche se, certo, anche pensando di riuscire a montarci un motore, insomma, il calore poi la farebbe fondere, sarebbe anche pericoloso per i passeggeri, al di là delle esalazioni tossiche. Quindi niente, avrei dovuto fare i complimenti all’autobus di Giorgio, non so neanche che cosa ci faccia, con un autobus, Giorgio, non gliel’ho mai chiesto, tra amici è così, vai a casa di un tuo amico, vedi l’autobus in giardino e fai finta di niente, o al massimo gli dici bell’autobus, e lui passandoti una birra ti dice «grazie, amico», e basta.