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Su Wu magazine di febbraio, qui, parlo di come, una sera, ho capito che se fossi un me stesso venuto dal futuro e dopo una ricerca, ma più probabilmente per caso e dunque non senza un certo imbarazzo, incontrassi il me stesso nel passato, non saprei cosa dirgli, non avendo sfruttato il tempo nel futuro per capire qualcosa di importante da far fruttare nel passato. A parte, be’, a parte questo, è ovvio. (Spero gli/mi basti).


26.2.19