In ogni attività che svolgo, sono felice quando sono concentrato. Non mi piace essere disturbato dalla pletora delle cose che ci circondano. La mia natura, il sogno di essere me stesso si realizzano quando sono concentrato. Basta poco, una partita, un libro, una cosa da fare. Il fischio di inizio o di fine partita dell’arbitro, l’inizio e la fine di un libro. È il momento in cui si arriva alla conclusione. Va bene: è fatta. Il portiere inglese Banks, quando l’Inghilterra divenne campione del mondo, esclamò: «We did it», ce l’abbiamo fatta. È la sola consolazione che resta all’uomo. Per ricominciare o continuare a fare in segreto ciò che lo appassiona. Ti voglio bene, postino Cheval, perché hai fatto il tuo giardino proprio come lo volevi. Un altro ha dipinto come l’aveva sognato. Così hanno fatto Wölfflin, Soutter, così C.A. Cingria ha scritto i suoi libri, e Robert Walser, e Verlaine, e Vialatte, e Henry Calet, e tutti gli eroi di Simenon, tutti gli umili dalle passioni segrete. Del resto, mi domando che cosa resti a quelli socialmente arrivati.
La vita è un pallone rotondo, V. Dimitrijević