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Oggi al supermercato vicino a me alle casse automatiche c’era una ragazza di quelle forse oggettivamente non belle ma che a me piacciono, e infatti lei mi piaceva. Non ci siamo scambiati una parola però ci siamo guardati ben due volte, lei non sapeva come funzionasse il sistema delle casse automatiche e chiedeva continuamente aiuto all’inserviente, cosa che mi è dispiaciuta, poteva infatti chiedere a me, invece mi chiedono aiuto solo i vecchi catorci, ma ok. Ovviamente lei era troppo gentile e timida per chiedere a uno sconosciuto, per quanto affascinante e completamente a proprio agio con il succitato sistema automatico, oltre che con certe altre cose di cui al momento è meglio tacere. Poi anch’io ho chiamato l’inserviente per un problema, ma così, solo per non fare sentire la ragazza una completa imbranata, cosa che in effetti era. Quando sono uscito è suonato l’allarme. Mi sono voltato ed ecco la seconda occhiata. «Vai, è l’affettato» mi ha detto l’inserviente, ma io volevo dire alla ragazza «no, è l’allarme del mio cuore che suona per te». Sono uscito e mi sono incamminato verso la mia automobile, sperando che lei mi rincorresse e mi dicesse «ehi, aspetta!», e poi non so. «Dimmi» le avrei detto. «No, niente,» mi avrebbe detto lei «volevo solo fermarti». A quel punto ho sentito «ehi, aspetta!», mi sono voltato ma era solo il clandestino che voleva scucirmi una moneta. «Ho del cibo, se vuoi» gli ho detto. «Non so cosa farmene, mi servono i soldi per la droga» ha risposto lui. «Ho della droga» gli ho detto allora. «Non puoi darmi i soldi e basta?» mi ha detto lui. «Ho solo la carta di credito» gli ho detto io. «L’accetto» mi ha detto lui, e così gli ho fatto un versamento contactless di un euro. Arrivato a casa, mentre salivo tristemente le scale del mio palazzo, ho simulato il dialogo tra me e la ragazza ad alta voce.
«Scusa, puoi darmi una mano? Sono sola e imbranata, bella, come vedi, anche se non in modo tradizionale, e tu mi sembri saperci fare, non solo con le macchine, dico, ma con le donne e tutto quanto».
«Certo, volentieri, aiuto sempre una bella ragazza, anche se in effetti non bella in modo tradizionale, in difficoltà» (occhiolino?).
«Grazie,» (arrossisce) «non so come avrei fatto, altrimenti».
«Lo immagino».
Poi avrei raccolto la mia spesa e avrei fatto per uscire, ma lei mi avrebbe fermato, naturalmente.
«Ehi, aspetta!».
«Sì?».
«Scusa, non vorrei sembrarti importuna ma…».
«Sembralo».
«Non pensi che sarebbe un peccato non incontrarsi mai più?».
«In effetti sì».
«Che ne diresti allora di…» e a quel punto ho incontrato la mia vicina, la signora Angela, l’ho salutata, si è fermata a parlarmi del tempo, e quando sono riuscito a liberarmene la ragazza delle casse automatiche non c’era più.

20.4.19