575.

Ieri sono andato a vedere la partita di Federer. Scrittori più bravi e intelligenti di me – però morti – hanno già scritto di lui meglio di quanto potrei fare io (non lo penso davvero, è solo una formula di rito che si usa prima di appioppare a qualcuno un punto di vista), perciò mi limito a dire che è molto bravo, anche se, lo ricordo, stiamo pur sempre parlando di colpire una pallina con una racchetta, oltre al fatto che, come dice la mia amica Paola, «sembra un gioco un po’ troppo facile, con una rete così bassa».
E a proposito delle mie amiche Paola e Carla, sono andato, sì, ma da solo.
«Basta tennis» ha detto Carla.
«Non ce la facciamo più» ha detto Paola.
Erano entrambe nude, a letto. Nello stesso letto, intendo. Me ne sono accorto grazie all’assenza di un lenzuolo.
«Non preferisci restare qui in albergo a fare sesso con noi, invece di andare a vedere una stupida partita di tennis?» ha detto Carla.
«Scusate, ragazze,» ho detto loro infilando nello zaino il cappellino, la crema solare e un succo di frutta all’albicocca nel caso mi fosse venuta sete lungo la strada «ma ho fatto sesso milioni di volte nella mia vita, mentre non ho mai, e sottolineo mai, visto Federer giocare dal vivo. E sottolineo anche Federer, già che ci sono».
Allora Carla mi ha detto: «Hai fatto sesso milioni di volte con due donne mezze sbronze, senza freni inibitori e dunque disposte a tutto?».
Allora io: «Dai, Carla, quanto potrà essere diverso dal farlo con una? La pizza mi piace, ma se me ne portano due non diventa più buona».
«Che bell’esempio, si vede che sei uno scrittore» ha detto Paola.
«Grazie, Paola».
«Tecnicamente non è proprio così» ha detto Carla. «Se la prima è allo speck» ha detto indicando se stessa «e la seconda al brie,» ha detto indicando Paola «insieme saranno più buone» ha detto abbracciandola.
«Io non voglio essere un formaggio molliccio» ha detto Paola, imbronciata.
Carla le ha dato un bacio sulla fronte.
«Be’, comunque ho un pene solo» ho tagliato corto. «Per caso avete visto il mio ombrellino?».
«No,» ha detto Carla «ma prendi anche i fazzolettini e una merendina, nel caso ti colasse il naso o ti brontolasse lo stomaco».
«Grazie, ottimo consiglio» ho detto prendendo dal tavolino un pacchetto di fazzoletti. «Ma… le merendine?».
«Dicevo per dire» ha detto Carla.
«Ah, ok. Be’, a dopo allora» ho detto uscendo.
«Divertiti!» ha urlato lei.
«Grazie!» ho risposto io dal corridoio.
Ma, a parte questo, sapevo che era solo una trappola o se vogliamo la classica azione di disturbo dettata dalla noia. Così sono andato a vedere Federer senza pensieri (Federer ha perso, non è poi così bravo).

11.5.19