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Ho letto che in ottobre uscirà un libro di Sandro Veronesi che si intitola Il colibrì. Mi ha fatto ridere. Mi sono venuti in mente Il cardellino, di Donna Tartt e L’astore di Terence Harbury White. Ho pensato che forse allora potrei scrivere, non so, La cinciallegra. Mi sono poi chiesto se esistessero altri romanzi con nomi di uccelli e ho trovato: La cinciallegra (!), di Aldo Cervo (chissà se esiste Il cervo, di Alda Cinciallegra), e La cinciallegra (!), di Nella Mariani; L’airone, di Giorgio Bassani; Colomba, di Prosper Mérimée; Il pettirosso, di Jo Nesbø e, be’, poi mi sono stufato. Per non parlare di tutte le variazioni, da il Pappagallo di Flaubert, di Julian Barnes (ma speravo di Flaubert) al Diario di rondine, di Amelie Nothomb. Alla fine non ne sono rimasti molti disponibili, di uccelli. Chissà se qualcuno ha scritto qualcosa sul beccamoschino, mi sono chiesto. Non ci crederete, ma sì, c’è Il beccamoschino, di John McPhee. Ma no, scherzo, povero McPhee. Va bene, mi sono detto, allora scriverò Il beccamoschino, è deciso. Forse Il beccamoschino di Julian Barnes, ora che ci penso.

30.7.19