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Ilan mi chiamava spesso la sua bibliotecaria polverosa. E una volta mi chiamò la sua Svevia Interiore, gli sembrava divertentissimo, e nemmeno Jacob parve capire perché. Ilan faceva un sacco di battute che mi sfuggivano. Ma aveva quel viso bello, e i pantaloni gli cadevano così bene, e gli piaceva pontificare con Jacob su quanto io fossi intelligente dopo che, magari, per il nervoso avevo piegato il tovagliolo in un modo che trovava speciale. Nel periodo che frequentai quei due non combinai davvero un bel niente, né con lo studio né con le letture. Quello che voglio dire è che furono i giorni più felici della mia vita.

Innovazioni americane, R. Galchen


31.7.19