Ieri ho catturato una cimice con il metodo della bottiglia. Il metodo della bottiglia, che mi hanno insegnato tempo fa, è infallibile e permette di catturare la cimice senza ucciderla e senza che appesti l’ambiente. La cimice, dopo ventiquattro ore nella bottiglia che le sono servite per riflettere su quanto aveva fatto (ma cosa aveva fatto, poi? Voleva solo starsene al caldo, poverina), andava liberata. Avete mai guardato una cimice negli occhi? Sembra quasi umana, benché non molto intelligente. Purtroppo pare che sia un problema per i gatti, quindi o la bottiglia o la schiaccio con la suola della scarpa. Bottiglia, dunque. Quando dovevo uscire, allora, sono uscito con la bottiglia con dentro la cimice. Ovviamente ho incontrato tutti quelli che non dovevo incontrare: la barista che mi piace, la tizia che mi piaceva al liceo, una persona che aveva una sete incredibile, il camion della raccolta della plastica, una mantide religiosa. Tutti attratti dalla bottiglia. Che hai lì dentro? Aria, ho detto io. Be’, alla fine salgo in macchina e metto la bottiglia sul sedile del passeggero dicendo alla cimice: adesso ti libero, ok? La cimice muove le antenne, credo siano antenne, come a dire: gracias. Vuoi che metta qualcosa, durante il viaggio? Portishead, por favor, mi fa. Ok. Tutto liscio finché: mi ferma la polizia. Butto la bottiglia dietro, non volevo pensassero (scoprissero?) che sono pazzo. Buongiorno agente, tutto ok? No, tutto ok lo devo verificare io, se permette, mi fa l’agente. Mamma mia, che caratterino!, gli dico. Intanto presentiamoci, io sono… lì arriva il collega. Qualche problema?, chiede. Eh, sapesse… dico io. Questo è scemo, fa l’altro. Nel caso specifico, intendo, chiede il secondo. Lo guardo fingendo di non capire. Nell’abitacolo, qui, ora, dice lui spazientendosi. No no, dico io. Mi fissa. Sono in arresto?, chiedo. Dipende, mi fa lui, ha qualcosa da dichiarare? Sì, dico, secondo me le dinamiche… Intendo se ha commesso dei reati, mi interrompe l’agente. Lo guardo senza dire nulla. C’è solo lei in questo veicolo, signore?, mi chiede. Gelo. Sono l’unico sopra il chilogrammo, dico alla fine. Sopra l’ettogrammo, mi correggo. Errore, mai parlare di ettogrammi e chilogrammi in presenza di agenti delle forze dell’ordine. Scenda dal veicolo, per favore, mi fa, puntandomi la pistola in faccia. Non so come ne sono uscito, onestamente, ma dieci minuti dopo stavo liberando la cimice in un prato, quello di casa dei miei. Porca troia, Joey!, mi fa mio padre.