674.

A mio padre quest’anno regalo un e-reader. Lo compro, mi arriva, al momento della configurazione mi chiede i miei libri e autori preferiti. Chiamo mia madre.
«Devi rispondere a tre domande sui gusti letterari di tuo marito, aka mio padre» le dico.
«Vai» mi dice lei.
«Allora, ti leggo le domande che mi fa qui: Qual è il tuo libro preferito?».
«Ah, sì, quello di Ken Follett sull’assassinio di Kennedy, con la data nel titolo».
«22-11-63?».
«Sì».
«È di Stephen King».
«Sì».
«Ok. Poi: Qual è l’ultimo libro che hai letto tutto d’un fiato?».
«Mettine uno di Ken Follett».
«La caduta dei giganti va bene?».
«Oh sì, quello gli è piaciuto moltissimo».
«Bene. Ultima domanda».
«Vai».
«Qual è il tuo autore preferito, dando per scontato che, essendo questa l’ultima domanda a tua disposizione, e avendo tu un figlio che scrive dei libri, sarebbe non dico obbligatorio ma quanto meno cortese, in ispecie nel periodo natalizio, dire “mio figlio”?».
Silenzio.
«Dice proprio così» aggiungo.
«Sono mortificata, Mauro».
«Non importa, mamma».
«Che figuraccia».
«Ma no».
«Sai quanto bene ti vuole tuo padre».
«Sì, lo so, lo so».
«Come ho fatto a non pensarci?».
«Dai, non fa niente».
«È imperdonabile».
«Allora, questo autore preferito?».
«Metti John Grisham».

12.12.19