La mia amica Carla mi ha detto che adesso c’è un veleno per topi che non li uccide subito, i topi, ma dopo molto tempo. Per le infestazioni, dici?, le ho chiesto. No no, anche per diletto, mi ha risposto lei. Le ho chiesto sì, ma dopo quanto tempo li uccide? Mi ha detto eh, anche molti anni, decenni. Il veleno non lascia alcuna traccia e il modo in cui muore il topo, mi ha detto, è tale da somigliare a molte possibili malattie che abitualmente causano le tipiche morti naturali nei topi – infarto, ictus, diabete, eccetera – così che anche in caso di autopsia, dico per assurdo, ha detto – certo, ho detto io – sarebbe impossibile scoprire che a ucciderlo è stato proprio un veleno… Tu pensa, ho detto io. Sì, sono serviti anni di studi, mi ha detto lei, per arrivare a elaborare un veleno per topi così sofisticato, che però, attenzione, se ingerito da un umano provocherebbe una chiara morte da avvelenamento, quindi occhio. Occhio a cosa?, le ho chiesto. No, così, per dire, ha detto lei. Ah ok, le ho detto io. Poi mi ha anche detto che ormai in fatto di veleni sono avanzatissimi, per esempio ormai da tempo non interessa più uccidere un singolo topo, ma anche tutti quelli che lo conoscono, perciò il topo mangia un boccone avvelenato e all’inizio si sente benissimo, lascia una bella mancia al cameriere e dice “tornerò senz’altro, grazie!”, poi torna a casa e, una volta lì… Si sente male, ho detto io. No no, ha detto Carla, va fuori di testa e comincia a uccidere tutti i topi che conosce, li prende a morsi tipo gli zombie, contagiandoli, è questo l’effetto del veleno, un raptus omicida, che forse spiega anche perché si dice così. Così cosa?, le ho chiesto. Raptus omicida, mi ha detto lei. Be’, Carla, le ho detto, non credo che raptus derivi da topo, sai? No? Da ratto?, mi ha detto lei. No, non penso, le ho detto io, o forse sì, ma come il ratto delle Sabine. Eh, appunto, ha detto lei. E io: appunto cosa? E lei: no, va be’, lasciamo stare. Però, oh, non fare che come al solito metti tutto quello che ti racconto su internet, che mi fai sempre passare da scema, eh?, mi ha detto. Ma scherzi, le ho detto io, per chi mi hai preso?