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Obbligata sacralizzazione delle cose. E sotto ogni parola, degli uni e degli altri, le mie, sospettare invidie e paragoni. Quando dicevo «c’è una ragazza che ha fatto il giro dei castelli della Loira», subito, offesi, «avrai tutto il tempo di andarci. Stai contenta con quello che hai!». Un perenne senso di mancanza, senza fondo. Desiderare, ma tanto per desiderare, senza davvero sapere ciò che andava apprezzato, ciò che era bello. Mio padre si è sempre affidato ai consigli dell’imbianchino, del falegname, per i colori e per le forme, per fare come si usa. Ignorare persino l’idea che ci si possa circondare di oggetti scelti uno per uno.

Il posto, A. Ernaux


12.3.20