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Quando questa cosa sarà finita, o sembrerà finita, o sarà chiaro che non finirà mai, andrò al Gou Sheng, il mio ristorante cinese preferito, bacerò Dai Chan, la più bella ragazza cinese di tutta San Paco Llorente, mi sederò al mio solito tavolo, il tavolo in mezzo alla vegetazione, con le foglie di fico delle pagode che ti si adagiano sulla testa, o nell’occhio, ordinerò una birra Tsingtao, due involtini primavera, no, forse è meglio se prima mangio e poi bacio Dai Chan, perché magari mi toccherà fuggire, ravioli di gamberi, spaghetti di soia con verdure, spiedini di pollo con verdure saltate, gelato fritto, sarà una gradevole sera di un gradevole mese ma di non so che gradevole anno, quindi pagherò e Dai Chan mi offrirà come sempre la grappa di rose e questa volta a differenza di tutte le altre volte dirò sì, e la berrò, poi uscirò e andrò a piedi fino alla birreria del mio amico Roberto e berrò birra con lui fino alle quattro del mattino, poi, ubriaco, andrò sotto casa di Dai Chan e sfiderò suo marito a un combattimento di arti marziali o a una partita di go, a lui la scelta, quindi, sanguinante ma felice, fumerò una sigaretta dopo anni che non fumo, guarderò il cielo stellato (sarà stellato) e poi, no, poi basta, andrò a letto, credo.

25.3.20