Oggi non sono uscito, neanche ieri, o il giorno prima, in effetti non esco dal 22 febbraio, se non per buttare la spazzatura, che adesso è diventato il mio sabato sera, il mio ristorante stellato: mi faccio una doccia, mi vesto bene, chiamo per prenotare, mi risponde un netturbino: Sì, Cittadella dell’immondizia. Buonasera, vorrei prenotare un cassonetto per le ventuno. Umido, vetro, plastica o indifferenziato? Indifferenziato. Un attimo che controllo. Sì. Ho un cassonetto indifferenziato libero alle 22, può andare? Aspetti che chiedo alla mia gatta. Prego. Amore? Hanno un cassonetto per le 22, va bene lo stesso? Scusi, si sta leccando il sedere, sa come sono le gatte. Veramente no, so come sono i barboni, anche loro si leccano il sedere. Davvero? Sì, e hanno anche le pulci. Quante analogie. Davvero. Be’, senta, lo prendo per un sì. Segno per le 22, allora? Sì, per le 22 va bene. Allora a più tardi. Grazie, a più tardi.