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Lodo Guenzi dice che da piccolo lo bullizzavano, lo chiamavano Cinzia. Mi ha fatto ridere. Dice anche che una volta ha passato un pomeriggio in un bidone. Lodo, ma chi se ne frega, dai. Questa sembra l’epoca dei piagnistei. Quando andavo a scuola i ragazzini venivano messi nei bidoni tutti i giorni e sopportavano onorevolmente senza lamentarsi. Tornavano a casa, sempre nel bidone, si mettevano a tavola per il pranzo e i genitori chiedevano «Com’è andata, oggi?», e loro facevano spallucce e dicevano «Come al solito», il che era abbastanza vero. La madre metteva nel piatto un altro po’ di spinaci (non si sa mai) e premurosamente diceva «Ti lavo il bidone, oggi?», a quel punto interveniva il padre «Ma lascia stare, che poi si arrugginisce», e il figlio «No, mamma, se torno a scuola col bidone pulito è peggio, sto bene così, ti ringrazio». E il padre: «Figliolo, vedi, è per questo che non ti lasciano in pace. Ma come parli? Chi sei, il piccolo lord (Guenzi)?». E la madre: «Lascialo in pace, povero il mio uccellino». E il padre: «Vedi? La colpa è anche tua. Figliolo, tu non sei un uccellino, ok?». E il piccolo Lord Guenzi: «Sì, invece, sono un uccellino, anzi, sono una peppola!». E il padre: «Ma che cazzo dici? Tu devi essere un leone, idiota! Là fuori è una giungla». E il piccolo Lord Guenzi: «I leoni non vivono nella giungla, anche se comunemente si...», e il padre: «Porca puttana, ti pesterei io, che sono tuo padre. Dove credi di essere, al Milionario? A nessuno piacciono i saputelli». E a quel punto il piccolo Lord Guenzi si alzava da tavola e rotolava via nella sua cameretta, dove piangeva, sì, ma in privato. E questo è più o meno tutto.