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Certo che rispettavo Rema, che discorsi. Benché sapessi che lei non ci credeva e non lo capiva, anche se secondo me questo era dovuto più alla sua insicurezza di fondo su chi era e cosa faceva o non faceva. Non aveva quella che chiameremmo "una professione", però non so per quale motivo ne volesse così tanto una; era come se fosse stata contagiata da un concetto di identità molto americano, cioè che eri soprattutto quello che ti pagavano per fare – un'idea talmente idiota, per me. Se solo avessi il suo aspetto e il suo modo di fare, e non fossi un uomo, considererei già abbastanza una professione avere capelli biondi mesciati, sfoggiare uno scialle verde, servire tè alle spezie e camminare con passo (lievemente) irregolare sui tacchi alti. Che altro dovresti offrire al mondo?

Disturbi atmosferici, R. Galchen


22.6.20