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Irine Welsh ha esplorato questo tema in Trainspotting, nella famosa scena in cui Renton e Spud sono pizzicati a rubare libri da Waterstones. Durante il processo Spud confessa di aver preso i libro per rivenderli, mentre Renton sostiene di essersi impadronito di un’opera di Kierkegaard con l’intenzione di leggerla. Quando il giudice, incredulo, lo sfida a dimostrare ciò che sa sulle teorie del filosofo esistenzialista, Renton risponde:

«M’interessano i suoi concetti di soggettività e di verità, e in particolare le sue idee sul concetto di scelta; l’idea che una vera scelta può derivare soltanto dal dubbio e dall’incertezza, senza ricorrere all’esperienza o ai consigli degli altri. Qualcuno potrebbe sostenere, con delle motivazioni abbastanza valide, che si tratta di una filosofia sostanzialmente borghese, esistenzialista, che cerca quindi di ridurre l’importanza dei valori sociali. Si tratta però anche di una filosofa liberatoria perché, quando questi valori sociali vengono negati, diminuisce la possibilità di controllo sull’individuo da parte della società e…» Ma forse sono andato troppo avanti. Meglio fermarsi qui. I coglioni troppo furbi non piacciono a nessuno. Basta poco a guadagnarsi una multa più salata o, cazzo buono, addirittura una condanna più lunga, solo perché uno parla troppo. Porta rispetto, Renton, porta rispetto.

E il giudice assolve Renton, ma condanna Spud.

Una vita da libraio, S. Bythell

29.8.20