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Questa notte ho sognato che vincevo il Nobel mentre vincevo alla lotteria. Che giornata, pensavo, è dunque questa la giornata più bella della mia vita? Per il momento in testa alla classifica c'era quella in cui avevo aggiustato da solo la doccia senza chiamare l'idraulico. La vittoria del Nobel passava quasi in secondo piano, poi, rispetto alla lotteria, dico. Una volta incassati i cinquantotto milioni di euro direttamente dalle tasche del tabaccaio, prendevo un giornale (ormai ero ricco: me ne dia sei!) e leggevo: Mauro Zucconi insignito del premio Nobel (velocissimi questi giornali, oggi). Ovviamente c’era un errore, lo sapevo. Che cosa avevo fatto per meritarmi il Nobel? E poi che Nobel? Per la chimica no, anche se in effetti faccio le torte, si possono considerare esperimenti chimici. Per la pace? Forse dovevo far sparire quel pamphlet intitolato Elogio della schiavitù. O forse no, se era per la letteratura. Ma lo consideravo prematuro, sono troppo giovane, tra l’altro ho scoperto il segreto dell’eterna giovinezza, frequentare solo gente con trent’anni in più, se vi interessa. Magari me l'avevano dato per quello. Comunque sapevo di essere un impostore, sapevo che se lo sarebbero ripreso, il mio Nobel, quindi essere sui giornali era anche peggio, nome e cognome e poi la mia foto mentre ritiro il Nobel (come avevano fatto ad averla? Non c’ero ancora andato!), che figuraccia. No, ho detto al tabaccaio, devo rifiutarlo. Devo chiamare io per dirlo?, ha detto lui. Sì, grazie, ho detto io, molto gentile. Vuole altri giornali?, mi ha chiesto lui. Ma sì, ho detto io, me ne dia altri cinque. Glieli incarto?, mi ha detto lui. Sì, ho detto io, grazie. Glieli incarto in carta da giornale?, mi ha detto lui (era un tabaccaio molto preciso). Sì, ho detto io. Glieli incarto in carta da giornale dai giornali che ha comprato o vuole altri giornali per incartare i giornali precedenti?, mi ha detto lui. Me li incarti in quelli che ho già comprato, ho detto io, va bene che sono ricco ma se comincio a sperperare tutto il denaro così…, ho detto io. Eh eh, ha detto lui, allora glieli appallottolo direttamente, ha detto poi. Sì, grazie, ho detto io. E siamo andati avanti così finché non mi sono svegliato, molte ore dopo.

1.10.20