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A proposito di Australia, per anni ho comprato i prodotti di Canguro felice, un marchio che vende carne di canguro in scatola, canguro sott’olio, canguro fritto, biscotti di canguro, latte di canguro e così via. Costa un po’ di più del canguro che trovi al supermercato sebbene come sapore non sia tanto diverso ma, non so, mi girava così. Forse perché mio nonno Raymond mangiava sempre il canguro al vapore di Canguro felice quando mia nonna faceva lo stufato di canguro (spingeva via il piatto con lo stufato della nonna e tirava fuori dalla tasca una scatoletta di canguro Canguro felice già aperta e si metteva a mangiarla). Pensavo di avere una certa sintonia con Canguro felice, mi ero anche iscritto al sito e facevo spesa online. E loro mi mandavano moltissime e-mail, che gentili: Joey, mi dicevano, c’è un’offerta per te! Io pensavo: per me?! Solo per me?! Era emozionante, lo ammetto. Ero anche convinto che negli uffici e nei magazzini di Canguro felice ogni tanto parlassero di me: «Ehi, chissà che sta facendo Joey Baruffa. Chissà se ha apprezzato il ragù di canguro che ha ordinato il mese scorso, vorremmo avere più notizie da quel benedetto ragazzo!». Ma io sono un tipo discreto, mi limitavo a ordinare regolarmente il mio canguro, e loro a mandarmelo. Poi però l’ultima volta invece del canguro in scatola al rosmarino mi è arrivato il canguro in scatola al prezzemolo. Ora, a me il prezzemolo non piace. Cioè non è che non mi piaccia, mi piace, anzi ne vado pazzo, ma, non so, non mi andava giù che avessero sbagliato il mio ordine. Così ho pensato: ecco l’occasione, dopo tanti anni, di scrivere a Canguro felice! Ero felice di scrivere a Canguro felice. Immaginavo che mi avrebbe risposto un canguro e che mi avrebbe detto «Ciao, Joey, che bello sentirti, finalmente! Che cosa posso fare per te?», e io l’avrei detto e lui lo avrebbe fatto. «Tutto a posto, Joey». «Siete fantastici» avrei detto io. «Grazie Joey, anche tu» avrebbero detto loro. «Grazie per mangiarci, Joey» avrebbero detto. «Prego!» avrei detto io sgranocchiando delle gallette di canguro. Questo, il mio sogno. La realtà: Canguro felice ignora la mia e-mail. La i-gno-ra. Ho pensato: forse è perché ho scritto durante le festività (avevo scritto la mail alle 23.42 del 31 dicembre, avevo messo in conto una mezzoretta di ritardo nel rispondermi). Ho pensato: forse non è facile per un canguro, per quanto felice, scrivere una e-mail, ci vuole un po’. O forse, ho pensato, mi vogliono fare una sorpresa e mi hanno mandato una fornitura per sei mesi di canguro al rosmarino, anche se mi piace meno di quello col prezzemolo, senza dubbio il mio preferito. Ma ora, trascorsi ben dodici o tredici giorni, devo cominciare a considerare che Canguro felice abbia ignorato la mia e-mail come l’e-mail di un seccatore qualunque. Un seccatore. Io! Joey Baruffa! Ma se sono la persona più discreta e squisita che conosca! Be’, allora dopo averci riflettuto ho deciso. Come sapete io sono tipo da rappresaglie, non ce la faccio a far niente, se mi sento oltraggiato. Dunque mi sono cancellato dalla newsletter di Canguro felice. Al momento della cancellazione mi è stato chiesto il motivo. Che ipocriti. «Ti va di dirci il motivo per il quale ti stai cancellando, Joey?». «Certo che mi va, pezzi di merda!» ho scritto «Perché mi avete snobbato!». Ma non bastava, non mi sentivo soddisfatto. Allora mi sono cancellato dal sito. Ho preso tutti i prodotti di Canguro felice che avevo in casa e li ho buttati nel cesso. Ho parlato male di Canguro felice a tutti quelli che conosco. Li ho convinti a non comprare più prodotti di Canguro felice, se li compravano; se non li compravano, li ho prima convinti a comprarli e poi li ho convinti a non comprarli più. E basta, non mi è venuta in mente nessun’altra azione punitiva. Alla fine quando sono venuti a cena i miei amici e la mia amica Paola ha detto «Come mai non si mangia canguro?», le ho raccontato tutta la storia e lei alla fine ha detto: «Sei uno che se la lega al dito». E io, facendo spallucce: «Macché». Però poi mi sono scritto sul taccuino: «Eliminare Paola». Quindi non so, forse un po’ sì.

13.1.22