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Leggo che l’ex papa Ratzinger «non agì su quattro casi di pedofilia a Monaco». Il giornale riporta anche il commento di Ratzinger in un virgolettato: «Turbamento e vergogna». Ho pensato: mm, bello rispondere così, lo farò anch’io. Vado al supermercato, lascio la macchina in un posto riservato ai disabili, arriva uno e mi fa: «Guardi che quel posto è riservato ai disabili». E io: «Turbamento e vergogna». E me ne vado. Oppure: «Turbamento e vergogna. La saluto». E me ne vado. Se sono di fretta, lo grido correndo «Turbamento e vergognaaaa!». O ancora, visto che lo sapevo già (non l’ho mica fatto per sbaglio di metterla lì): «Noia e insofferenza». Però dovrei dire che sono anche turbato, anche se dal rimprovero e non dalla mia azione: «Turbamento e noia». Poi: non mi presento a un appuntamento e quando mi arriva una telefonata di protesta dico: «Sorpresa e sconcerto», e metto giù. «Non mi hai più ridato il libro che ti avevo prestato», e io: «Tristezza e disappunto». Ammacco il paraurti di un’altra auto, invece dei miei dati lascio un bigliettino con scritto: «Rammarico e delusione». O «Rammarico e delusione e numero di telefono». Anche Ratzinger avrebbe potuto usare parole diverse. «La si accusa di non aver agito su quattro casi di pedofilia». E lui: «Turbamento e noia». Tra l'altro mi immagino il giornalista che fa la domanda a Ratzinger e quello risponde «Turbamento e vergogna», e poi più niente. «Boh» pensa il giornalista. Poi va a pescare direttamente uno dei colpevoli e, interrogato, quello risponde «Eccitazione e vergogna». «Eccitazione?» chiede il giornalista. «E vergogna» dice l'altro. Comunque è proprio un bel metodo, pratico e spiccio, non vedo l'ora di usarlo.