Un'esperienza praticamente perfetta (1047)

Oggi ho fatto benzina e devo dire che si è trattato di un’esperienza praticamente perfetta. Mi piace quando fai le cose e tutto va liscio. Per cominciare sono salito in macchina e una scritta sul display diceva: occorre fare rifornimento al più presto, Joey. Questo non è stato perfetto, devo dire, sia perché mi dà fastidio quando mi dicono cosa devo o non devo fare, sia perché era il segnale di una mancanza, sia perché mi si prospettava un esborso di quattrini, sia perché non mi piacciono quelli che stanno sempre lì a farti le pulci, voglio dire, perché il computer di bordo della mia macchina non mi dice mai, se il serbatoio è pieno, «bravo Joey, abbiamo un sacco di benzina!»? Comunque, come spesso succede, una cosa che va male può essere il primo gradino di una scala che ti porta a una cosa che va bene, è quasi sempre vero, tranne quella volta che il chirurgo disse a mio nonno Raymond lei ha una grave emorragia interna e mia madre disse una cosa che va male è il primo gradino di una scala che ti porta a una cosa che va bene, e il chirurgo disse solo se per bene intende la completa sparizione di suo padre. Ma torniamo alla benzina. Quando il computer di bordo mi ha segnalato la necessità di effettuare un rifornimento, ho guardato se nel portafogli c’erano banconote. Intanto se c’era il portafogli, e c’era. E poi se dentro c’erano delle banconote, e c’erano. È qui che ho avuto la sensazione che un’esperienza quasi magica stesse per cominciare. Allora, fiducioso, ho cercato di raggiungere una stazione di servizio, e ce n’era una proprio dietro l’angolo, e l’ho raggiunta. La stazione di servizio era poco affollata, come piace a me, ma non deserta, come non piace a me. C’erano giusto alcune famiglie che facevano un pic-nic, il che mi dava la tranquillità di poter fare rifornimento senza essere rapinato, come spesso succede. Strano posto per fare un pic-nic, ha detto il computer di bordo. Criticone, ho detto io. Le pompe erano tutte libere, come piace a me, e numerate, come piace a me. Una volta ho fatto benzina in una stazione dove c’erano quattordici o quindici pompe (non so quante fossero di preciso, probabilmente perché non numerate) non numerate (visto?), e dopo aver inserito la banconota ho dovuto provarle tutte, anche venendo alle mani con chi le stava già usando (a volte ho paura che il mio credito venga accreditato a una pompa già in uso, e di essere poi costretto a dividermi la benzina servendomi di un secchio). Mi sono avvicinato con la macchina alla pompa 27, il mio numero preferito, nonostante le pompe fossero solo quattro, la 1, la 2, la 3 e la 27, appunto. Non capita spesso. Poi sono andato al terminale, ho inserito una banconota da 20 euro e quella è entrata subito con un piacevolissimo flip. A quel punto sullo schermo è apparso un Premi qui sullo schermo per rifornirti alla pompa 27, bello grande e inequivocabile, sopra un altrettanto grande e inequivocabile QUI. Giusto anche specificare “sullo schermo”, perché quante volte ho premuto per ore lo schermo quando invece c’era da premere dei tasti piazzati chissà dove, magari con un conto alla rovescia, tipo Hai otto secondi per attivare la pompa prescelta premendo il tasto nella nostra filiale di Düsseldorf, o anche solo all’altro lato della strada? Ho premuto QUI e lo schermo mi ha invitato a rifornirmi. Senza fretta, ha aggiunto, i soldi ce li dai dopo, se tutto è andato bene, se ti ricordi e se hai tempo, mi ha detto il terminale restituendomi la banconota, tra l'altro da 50. Quindi sono andato alla macchina, ho aperto lo sportellino, che si è aperto, ho svitato il tappo, che si è svitato, ho preso la pistola, l’ho inserita e ho fatto benzina. Non c’era vento, né faceva freddo, e ci ho messo un minuto. Quindi sono salito in macchina, ho messo in moto e l’indicatore indicava (che già così ero soddisfatto) che ora la benzina c’era. Bravo Joey, ho detto scimmiottando la voce che mi immagino abbia il computer di bordo, ben fatto. Grazie!, ho detto. Poi me ne sono andato, e mentre guidavo pensavo: proprio bello, mi è piaciuto. Anzi, mi sono detto, quasi mi spiace che sia già finito. Come quando ti ferma la polizia e ti dicono tutto a posto, può andare. Prima avevi così tanta tensione! Vorresti dire: di già? Controlli qualcos’altro, la prego. Vuole che le apra il bagagliaio, agente? Allora sono tornato indietro e ho fatto altra benzina. Sono stato lì un paio d’ore, a fare benzina, anche se la benzina straripava dal serbatoio, formando una pozza poi arrivata a lambire i piedini dei bambini delle famigliole, e i piedini dei papà intenti a cuocere le salsicce ai loro barbecue. Mentre me ne andavo, portandomi via la pistola, il tubo, la pompa, il terminale e, credo, una mamma nel bagagliaio (ora sì che non avrei detto «vuole che le apra il bagagliaio, agente?»!), che strano posto dove fare un barbecue, ha detto il computer di bordo. Zitto, criticone, ho detto io.

13.3.22