Il manoscritto (1056).

Una volta, anni fa, ho dato un manoscritto a un editor di una prestigiosa casa editrice. A volte uno chiede: come si fa a dare il manoscritto a un editor di una prestigiosa casa editrice? Semplice, in verità. Io avevo avuto delle informazioni da parte di un meccanico che per passatempo grigliava le salamelle a una festa di paese in provincia di Fidenza (questa in realtà è la parte difficile), che mi aveva detto: guarda che l'editor di una prestigiosa casa editrice viene sempre a mangiare il panino con la salamella alla festa del mio paese, se vieni anche tu dopo che ha bevuto la sesta birra ti puoi sedere al suo tavolo e se gli parli dell'Inter, che lui è tifosissimo dell'Inter, e gli porti un panino con la salamella, che gli piace anche più dell'Inter, poi alla fine gli puoi buttare lì che scrivi dei libri e che hai un manoscritto e allora lui, te lo garantisco, mi aveva detto il mio amico meccanico, si offrirà di leggerlo. E così è andata. Il manoscritto l'avevo stampato nel pomeriggio, ero andato in cartoleria e gli avevo fatto mettere la spirale e una copertina lucida, poi intorno alla quinta salamella l'avevo dato all'editor della prestigiosa casa editrice, che in breve tempo l'aveva letto e poi mi aveva scritto una mail in cui mi diceva che "le seguenti pagine sono notevoli", e seguiva un elenco numerico delle pagine. Solo che io nel frattempo - erano passati due mesi - il file l'avevo rimaneggiato così tante volte che i numeri delle pagine non corrispondevano più, e quindi non sapevo quali pagine, secondo l'editor della prestigiosa casa editrice, erano notevoli, allora ho provato a rileggerlo, ma a me, che le avevo scritte, le pagine del manoscritto sembravano tutte notevoli, perciò, nel complesso, quella con l'editor della prestigiosa casa editrice era stata un'esperienza abbastanza inutile, benché, penso ora, se consideriamo tutta la birra e le salamelle, tutto sommato piacevole.

11.4.22