Un gelato buonissimo (1070)

Prima sono uscito e una macchina lussuosa ha accostato. Dentro c'erano due persone altrettanto lussuose, un uomo e una donna. Nessuno dei due mi guardava. Nemmeno lui, mentre mi chiedeva l'indicazione. L'ho trovato strano. Prima mi ha chiesto se il posto in cui tutti noi eravamo fosse San Paco Llorente. Ho detto di sì e ho pensato al cartello con scritto San Paco Llorente pochi metri più indietro. Allora poi mi ha detto sempre senza guardarmi che gli avevano consigliato una gelateria buonissima di San Paco Llorente. Ma forse è cieco, ho pensato. Ho pensato pure che forse intendeva la gelateria di Riccardo, che l'ha aperta l'anno scorso mentre prima faceva il meccanico. Gli ho detto vada dritto e tra cento metri trova una gelateria. Grazie, ha detto lui, sempre senza guardarmi, ed è ripartito. Chiaramente un buon lettore di frasi sa che la mia risposta voleva dire: non c'è nessuna gelateria buonissima, a San Paco Llorente, ci sono solo gelaterie normali, chi l'ha indirizzata o l'ha presa in giro o, più probabile, quasi certo, nella sua vita ha mangiato solo il gelato di San Paco. Ho anche pensato che le persone ricche e di città le frasi le sanno leggere, quindi mi aspettavo che facesse inversione e tornasse da dove era venuto. Invece no, è andato dritto e poi ha fermato l'auto, sono scesi entrambi e sono andati a prendere un gelato nella gelateria di Riccardo, poi si sono seduti su una panchina a mangiarlo. Lo so perché li ho seguiti e sono entrato anch'io in gelateria e poi mi sono seduto sulla panchina di fronte, avevo preso i loro stessi gusti, cioccolato, melone, amaretto, ciliegia, tutti insieme. Loro sembravano infastiditi dalla mia presenza, ma nei piccoli centri è così, la gente è curiosa, specie coi forestieri, infatti in breve si era formata una piccola folla intorno a questi ricchi signori di città che erano venuti fino a San Paco Llorente per assaggiare il prelibato e rinomato gelato di Riccardo. Anche Riccardo stava guardando, in piedi sulla soglia della sua gelateria. «Allora com'è?» ha chiesto un vecchio del bar Espinoza. «Buonissimo?» ha chiesto la commessa del Lidl. «Aspettate, fateglielo mangiare tutto, dategli tempo» ha detto Riccardo, che ci teneva a saperlo. Loro però a quel punto si sono alzati e incamminati verso l'auto, che dei giovani stavano fotografando. Alcuni giovani erano sdraiati sul cofano, altri appollaiati sulla capote. L'uomo e la donna sono saliti in auto e sono ripartiti, portandosi quei nostri giovani in città. Riccardo mi ha guardato e mi ha detto: «Allora? Com'è?». «Boh,» gli ho detto «normale». Lui è rientrato senza dire niente.

30.5.22