Discorso all'uomo che non fa la spesa (1119)

Uomo che non fa la spesa, ascolta. Perché vieni al supermercato? Mi irriti. Stai fuori. Perché vieni al supermercato e ti piazzi in mezzo ai coglioni con le mani in tasca o le braccia conserte o ancora peggio penzoloni lungo i fianchi come fossero imbottite di gommapiuma? Stai a casa. O fuori. Fuori c'è un cagnolino legato al guinzaglio. Stai fuori col cagnolino. Quando tua moglie ha finito di fare la spesa, esce e ti dice: dai, andiamo. E tu la segui. Poi a casa ti apre lo sportello e ti fa: dai, scendi. E tu scendi. Poi mentre gratti la porta per entrare in casa, lei cercando le chiavi mentre sorregge buste della spesa, acqua, posta, borsetta e quant'altro ti dice: un attimo, un attimo. Ma tu continui a grattare perché pensi solo: porta porta porta porta. E quando la porta si apre (sei stato tu ad aprirla col pensiero!) fili dentro e fai quello che devi fare, che so, cagare. A me va bene. Basta che non mi stai lì impalato tra le cassette di frutta, o in qualsiasi altro posto, perché al supermercato se ti fermi per più di sette secondi rompi le palle a qualcuno, è la regola, è come funziona il meccanismo. L'unico posto dove puoi stare fermo immobile in piedi per un po' sono i banchi del pesce, della carne o della gastronomia, quindi al massimo vai lì e stai in piedi e aspetti che tua moglie venga a riprenderti. Ma in realtà anche lì sei in mezzo, perché a un certo punto ti chiederanno che numero hai, e tu non saprai cosa rispondere (suggerimento: prova a dire un numero finché la persona che te l'ha chiesto non sembra soddisfatta della risposta e, se ha un buffo copricapo, ti chiede che cosa può darti. Poi scappa), e farai perdere tempo e pazienza alla gente. Quindi non stare fermo in piedi. Mai. Ma non solo perché sei d'intralcio, non solo perché mi irriti sotto il profilo etico e umano e sociologico, ma anche perché non riesco a non pensare che tu sia un ritardato. Infatti dovrei avvicinarmi a tua moglie mentre valuta la lucentezza dei peperoni e chiederle: scusi, suo marito è ritardato? E lei quasi al cento per cento: sì. O: come se. E rideremmo. Ma davvero, perché non fai qualcosa? Devo credere che tu non sappia prendere un oggetto e riporlo in un carrello? Qui diresti: «Eh ma le sa lei queste cose», indicando tua moglie. Ma le sa lei queste cose cosa? A casa lo vedi se c'è ancora la carta igienica o no? O se finisce la carta igienica cosa fai? Lo capisci quando un rotolo di carta igienica sta finendo? Hai notato la variabilità dello spessore bianco? Noti le differenze tra le dimensioni delle cose? O quando non ci sono più le uova. Se apri il frigo e… aspetta un attimo, tu lo apri il frigo, vero? Non dico per bere. Va bene, senti, ti sto chiedendo troppo. Io non voglio che diventi una persona normale, non me ne frega niente. Voglio che non mi stai impalato tra i piedi mentre faccio la spesa, che anch'io voglio andarmene in fretta, sai? O pensi che la scelta fosse tra andare al supermercato o andare al cinema? E poi mi irriti. Quindi facciamo così: ti diamo un cestello. Un cestello speciale. Ne mettiamo tanti all'ingresso, perché siete in tanti, voi uomini che non fate la spesa. Di un colore diverso, il cestello, con scritto su R. R sta per Rambo, uomo che non fa la spesa, tranquillo. Oppure H. H sta per Highlander, come in quel film con le spade. Tu prendi il cestello e tua moglie ti darà una piccola lista della spesa. Una lista facilitata. Signora mi spiace darle un altro incarico ma così forse riusciamo a velocizzare le cose. E lo so, mi creda, lo so che suo marito probabilmente riuscirà a farla incazzare anche con la lista facilitata, lo so che lei sulla lista scriverà Yogurt Yomo fragola e lui tornerà con della ricotta, o con il Gatorade. E lei dirà «ma questo ti sembra Yomo alla fragola?!», e lui farà spallucce come fa sempre quando ha fatto una stronzata o non ha fatto proprio niente quando invece doveva fare qualcosa e a lei verrà voglia di bere d'un sorso tutto il Gatorade e poi di spaccargli un melone in testa, e lo so che non c'è nessuna speranza, per lui, ma è un modo per toglierlo dal cazzo mentre siamo al reparto frutta e verdura, ok? Scriva cose a caso, sulla lista, lui le prende, sta fuori dai piedi per un po', poi torna e lei dice: bravo, bravo. E poi lascia da qualche parte la roba che ha preso. Anzi i cestelli semplificati H vengono lasciati alle casse e poi un addetto li prende e va a riportare la merce al suo posto. Suo marito non si accorgerà mai che gli articoli da lui acquistati non sono arrivati a casa, lo sappiamo entrambi. Suo marito non si accorge, in generale. È una strategia. E lo ha portato fino a qui. Certo non metta niente che si prende ai banchi, suo marito non riuscirebbe mai a imparare a procurarsi il numero, riconoscere quando il numero chiamato corrisponde al numero sul bigliettino, leggere un etto di prosciutto Parmacotto per favore e dire ad alta voce «un etto di prosciutto Parmacotto per favore», poi aspettare (fermo impalato. No, quello lo sa fare), prendere il pacchettino e dire arrivederci, grazie. E poi basterebbe una domanda del tipo «vuole questo appena tagliato o questo alla fine?» che andrebbe tutto a puttane. E non metta niente che richieda l'apertura di uno sportello. Suo marito non sa aprire gli sportelli, ricorda? (Strano perché magari di lavoro progetta aerei. Però prendere un etto di cotto, no, non sa farlo). O non sa chiuderli. Quindi farebbe scongelare tutti i surgelati, deperire le carni, le insalate, ucciderebbe delle persone, tipo me. No. Cose semplici. Per tenerlo impegnato. Per non irritarmi. Per tornare alle nostre case in fretta. Felici.

28.7.22