Occhio, però (1116)

Stamattina colazione al bar con il mio amico Giorgio. Al tavolino di fianco al nostro ci sono due ragazzi. Uno sta scrivendo al cellulare, l'altro fuma una sigaretta e guarda lontano, anche se a cinque metri c'è un muro. Ma lui guarda oltre il muro, si capisce. Il suo amico scrive, poi mette il cellulare sul tavolino, dice qualcosa, poi arriva un altro messaggio, riprende il cellulare, scrive di nuovo e così via. Dopo un po' il suo amico comincia a scuotere la testa, soffia una nuvola di fumo e gli fa: «Ma stai scrivendo a Chiara?» E il suo amico: «Sì». E lui: «Ma no, non devi fare così, si vede che ci tieni troppo! Ascolta, ti dico un segreto: si prende il cuore e lo si mette in un cassetto. Poi stai con la ragazza. Poi, quando vai via, riprendi il cuore dal cassetto». L'amico gli dice: «E si vive bene?». E lui: «Alla grande! Guarda, faccio così da una vita, l'ho fatto centinaia (!) di volte». Poi ci pensa su, diventa serio e dice: «Certo. Occhio, però. Il rischio è che un giorno non senti più niente. E l'amico: «Cioè apri il cassetto per riprenderti il cuore ma il cuore non c'è più». E lui: «Eh». Quando se ne vanno, dico a Giorgio: «Preso nota?» E Giorgio: «Cassetto, ragazza, cassetto». E io: «Bravo».

23.7.22