Caffellatte (1173)
I miei anziani genitori sono andati a Lourdes. Non per chiedere miracoli. Certo per chiedere cose. Salute, meraviglie, degli Airpods. Sono tornati con un raffreddore. Mia madre. Ho pensato che forse a Lourdes le malattie non guariscono, si scambiano. Adesso penso a chi può essere andato a Lourdes per guarire da un raffreddore. Però, mi dico, se funziona… Hai un raffreddore, vai a Lourdes, ti passa. Prima dei cinque giorni in cui ti passerebbe comunque, dico. Ma hai fretta, perché il giorno dopo hai una cena. Jet privato, atterri, preghiere, eccetera. La sera successiva sei da Bottura con il naso completamente libero e ti godi tutti i sentori. O i sapori. Però, eh eh, da qualche parte quel raffreddore lo dobbiamo mettere. Come ne Il miglio verde, tipo. Comunque i miei sono andati che stavano bene, sono tornati con un raffreddore. Mia madre. Mio padre sembra un fiore, toccando ferro. Me lo ha detto mia madre stessa, questa mattina al telefono, scatarrando e tossendo e imprecando (non la madonna, ma la sorte). Tuo padre sta benissimo!, mi ha detto. Stamattina alle sette mi ha portato via la scodella col caffellatte, ma ce n'era ancora!, mi ha detto. Io ho pensato: ah, questi anziani. In teoria con l'età dovrebbe arrivare la saggezza. Invece lì a litigare per due dita di caffellatte. Ma non è il caffellatte, lo so, è il principio. È l'eterna lotta per la supremazia. Perché ti ha portato via il caffellatte?, le ho chiesto. Doveva sparecchiare in fretta, ha detto lei soffiandosi il naso. Perché fretta?, ho chiesto, non riuscendo a immaginare che cosa dovrebbe avere mai da fare un anziano. Deve andare in giardino a tagliare l'erba!, ha detto lei. Ho pensato a mio padre che si sveglia, la mattina presto, tutto ansioso di andare in giardino a fare cose. Ma lo capisco benissimo, perché io mi alzo tutto ansioso di andare a fare la mia prima partita a scacchi. Le dico: va be', è solo del caffellatte, puoi rifartelo. Certo che me lo sono rifatto!, ha detto lei. E allora?, le ho detto io, perché rompi il cazzo?, ho pensato. Va be', le ho detto poi, ma quindi a lui non hai attaccato questo raffreddore. No, mi fa lei. Be', le ho detto, se non è Covid (test negativo, finora), magari non lo prende. Vi baciate?, le ho chiesto. Silenzio all'altro capo del filo. Vi baciate appassionatamente?, le ho chiesto. Mia madre si è messa a ridere. Vi baciate alla francese?, le ho chiesto. Cioè?, ha chiesto lei, sfregando i nasi? No, le ho detto, con la lingua. Ma per piacere!, ha detto lei, schifata. Mi ha fatto ridere. Ci baciamo sfregando i nasi, ha detto. Ok, ho detto io, magari allora non se lo prende. Comunque riguardati, le ho detto, che hai cent'anni, se ti viene una polmonite ci resti, e poi glielo devo fare io il caffellatte, a tuo marito. Sì sì, ha detto lei, infatti mi bruciano gli occhi. Ecco, ho detto io, allora vai a dormire. Sì, mi ha detto lei, vado. Tre ore dopo mi scrive: sono dalla parrucchiera.