Il gelato piace a tutti (1183)

L'altra sera sono stato invitato a cena a casa del mio amico Giorgio dal mio amico Giorgio (è capitato che qualcuno mi invitasse a cena a casa di qualcun altro, per esempio a casa mia). Volevo portare qualcosa e come prima idea avevo pensato a un vino, ma poi mi sono ricordato che Abigaille, la moglie di Giorgio, non beve vino, e nemmeno il loro figlioletto di non so quanti anni, ma comunque pochi per apprezzare o almeno metabolizzare l'alcol. Allora ho pensato di portare il gelato. Il gelato piace a tutti. Sono andato in gelateria e avevano però solo dei gusti strani, per esempio non c'era il limone ma c'era Limone di Corcagnano con scorze di salice piangente di Orbetello; non c'era la fragola ma c'era Fragolina di Canberra con gocce di agrifoglio di Algeri; non c'era il cioccolato ma Cioccolato novantatré per cento con cioccolato settantadue per cento con biscotti sbriciolati al rabarbaro al sei per cento. Ho chiesto: di dove sono i cioccolati? E il gelataio: come? E io: i cioccolati. Di tutto il resto è indicata la provenienza, ma dei cioccolati no. E lui: Svizzera. E io: non capisco quest'approssimazione sui cioccolati. E lui: senta, mi dice che gusti vuole? Allora io: non avete gusti normali? E il gelataio: tipo? E io: che so, agrifoglio e basta. E lui: posso prendere le gocce di agrifoglio che ho di là in laboratorio e fare al volo una coppetta di gelato di agrifoglio solo per lei. E io: lo farebbe davvero? E lui: No. Che vaschette avete?, ho chiesto allora. E lui: abbiamo solo quella da cinque chili, da cinquanta euro. E io: non ne avete una più piccola? E lui: abbiamo quella da due chili con fiocchi di barbabietola di Spalato. Ma che razza di gelateria è questa!, ho urlato dando nel frattempo uno schiaffo al cono gelato di una signora lì a fianco, facendo volare sul muro due palline di pistacchio al rosmarino di Ankara. Quindi sono andato via. Ho pensato di portare dei libri. Al posto del dolce avremmo potuto metterci a leggere. Poi il caffè. Ho parlato di questa idea a zia Mariuccia e lei mi ha detto che i libri non vanno bene, che quando si è invitati a cena bisogna portare qualcosa che si utilizza durante la cena stessa. Tipo dei tovaglioli?, le ho detto. No, Joey, ha detto lei. O delle forchette, ho detto io. O un sacchetto di totani, ho detto. Totani del mare, ho detto. Joey, ha detto zia Mariuccia, ti faccio qualcosa io, va bene? Lo faresti davvero, zia? Ma certo, ha detto zia Mariuccia, aspetta qui, ed è andata in cucina e ha trafficato un paio d'ore e quando è tornata reggeva un vassoio sul quale c'erano dei deliziosi wafer alla vaniglia ancora fumanti. Appena sfornati, ha detto zia Mariuccia, solo per te. Cioè, per i tuoi amici, ha detto. Wow, zia, ho detto io, e hai fatto anche la confezione, ma sei bravissima! Grazie, ha detto lei, soddisfatta, copri il prezzo, però. Zia, con questi farò un figurone, ho detto. Ci ho messo anche le scaglie di flanella di Sankt Gallenkirch, ha detto lei mentre l'abbracciavo.

20.6.23