Pinzimonio (1196)
Ieri sera sono andato a cena con i miei amici Carla, Giorgio, Paola e Roberto, più rispettive consorti, rispettivi consorti e centosettantasei bambini. Eravamo in collina e subito, anche se i bambini non erano miei, ho chiesto se non c'era il rischio che rotolassero giù dalla collina per quindici chilometri fino al Po. Mi è stato risposto che non era possibile escluderlo e che in realtà un po' ci speravano, per sfoltire, e che comunque prima del Po avrebbero incontrato altri fiumi e pericoli. La moglie di Carlo, Abigaille, mi ha detto: pensa che io ho sempre odiato tutti i bambini. E adesso?, le ho chiesto. Adesso ne odio solo due. Mi ha fatto ridere. Poi, mentre aspettavamo di sederci, ho visto dei tizi in piedi in giardino che rimiravano le colline sorseggiando vino da una scodella di porcellana. Cioè, sorseggiavano da una scodella di porcellana, e ho sperato che non fosse vino ma caffellatte o pinzimonio. Così mi sono avvicinato e con orrore ho notato che invece era proprio vino, vino nelle scodelle di porcellana, come gli antichi Sumeri (non che ce ne siano di moderni) o non so chi, comunque quelli che non avevano tecnologia, ingegno, vino sufficientemente buono o denaro per usare i bicchieri con lo stelo. Scusate, ho detto ai tre tizi, è vino quello che bevete dalle scodelle? Sì, hanno detto loro, sorridenti, tenendo le scodelle alla sumera, cioè con un pollice che finiva dritto nel vino. Con tre rapidi schiaffi ho fatto volare le scodelle nelle viti. Vado a prendervi dei bicchieri, ho detto loro. Al ritorno avevano già tre scodelle nuove. Allora ho lasciato perdere e ho raggiunto i miei amici, mi sono seduto al tavolo, ho visto che sul tavolo c'erano un bicchiere per l'acqua e una scodella. Quando è arrivato il cameriere gli ho chiesto se avessero dello spumante, in realtà volevo dire champagne ma, insomma, vino nelle scodelle, quante possibilità c'erano? Cosa intende con spumante?, mi ha detto il cameriere. Mi sono risvegliato una ventina di minuti dopo. Dove sono?, ho chiesto a un bambino che mi dava dei buffetti, mentre un altro bambino mi faceva aria con l'ala di un'oca e un altro bambino ancora mi reggeva la testa facendomi bere piccoli sorsi di blanc de blancs da una fiaschetta. Grazie bambini, ho detto riprendendomi, ora va meglio. Quindi sono tornato al tavolo. Il cameriere era ancora lì e mi ha chiesto cosa volessi ordinare. Ho preso una scodella e gli ho detto di riempirla con caffellatte e biscotti, lui ha detto che avevano degli ottimi biscotti fatti dalla nonna seguendo la ricetta di una volta. Gli ho detto che volevo degli Oro Saiwa, lui ha detto che non ne avevano, gli ho detto che allora volevo solo acqua, lui mi ha detto che avevano ottima acqua del loro stesso pozzo, gli ho chiesto se il pozzo era di una volta, sì, certo, ha detto lui, allora no, gli ho detto io.