Diccelo tu (1228)

Mi ha scritto un lettore, Marcello, un po' polemico, dicendo: «Saltare un'asticella non è il senso della vita. Nuotare da Cuba alla Florida compiendo un'impresa mai riuscita a nessuno non è il senso della vita. Diccelo tu allora qual è il senso della vita. Avere un blog?». Mi ha fatto ridere. Il senso della vita è scrivere mail polemiche ai possessori di taccuini elettronici, Marcello, oltre ovviamente a chiamarsi Marcello, e a fare il salumiere, se fai il salumiere, altrimenti no. Scherzo, ovviamente, anzi se non ci fossero i salumieri questo mondo sarebbe peggiore, e la vita meno sopportabile. A ogni modo la domanda di Marcello mi ha fatto riflettere. Non mi ero mai chiesto quale fosse il senso della vita, dall'età di sei anni do per scontato che non ne abbia e che, se qualcuno dovesse scoprirlo, lo direbbe a tutti. Tra l'altro nuotare da Cuba alla Florida è un'impresa mai riuscita a nessun essere umano, che ne sai che i delfini o gli squali non se la fanno tutti i giorni dopo colazione? Anzi penso sia così, e nessun altro delfino ci fa un film. O magari è riuscita a un essere umano che però se l'è tenuto per sé, un cubano che tutti i giorni nuota fino alla Florida - ok, ce ne vogliono due e mezzo - per prendersi - anzi no, lui ce ne metto uno solo - quei waffle che gli piacciono tanto, o uno statunitense che va a Cuba a prendersi quei sigari che gli piacciono tanto, e se ne fuma uno mentre nuota, al ritorno. Detto questo, ho parlato con il mio amico Giorgio e con suo cugino che fa il fisico, e grazie a questa chiacchierata (quindi grazie un po' anche a Marcello) ho cambiato idea sull'importanza dell'impresa della Nyad o del salto in alto e simili, perché se è vero che in fondo chi nuota da Cuba alla Florida sta facendo qualcosa per se stesso - e vai a sapere perché uno sente che la vita ha senso se nuota, se scala una montagna o se scrive su un taccuino elettronico -, è anche vero che questo individuo, con la sua attività, sta fornendo a tutti gli altri (anche a se stesso) un qualche tipo di informazione sull'Esistente, e se ci può essere un senso nel vivere una vita, forse è proprio in questo (io non lo faccio, appartengo al gruppo di quelli che preferiscono bere birra e farsi i fatti propri). Certo non tanto quanto la sorella del cugino del mio amico Giorgio, che di lavoro studia questa cosa qui,
però in una certa misura anche la nuotata tra gli squali risponde a delle domande (anche domande degli squali, tipo: «Ma oggi, a pranzo?»). In più, ho pensato, quando un essere umano cerca di fare qualcosa che nessun altro ha mai fatto, non si può davvero sapere che cosa succederà. Nessuno poteva sapere che cosa succede a una donna di sessantatré anni che nuota da Cuba alla Florida. Poteva raggiungere la riva e averne ventuno. O essere un granchio. O non raggiungere la riva e finire in un'altra dimensione dove tutti erano asciutti e in smoking. Pensate che scoperta incredibile per il genere umano. Anzi penso che ci scriverò un racconto, così tra l'altro mi sentirò sensato, e sentirò di aver usato bene il tempo di autocoscienza che la sorte mi ha concesso. Inoltre, ho pensato (poi basta, però), una persona che fa una cosa del genere può essere di ispirazione per altre, e magari queste altre non si metteranno tutte a nuotare da Cuba alla Florida - farebbe ridere, però -, ma useranno la tenacia, che lei ha usato per nuotare, per capire l'Esistente. Insomma va bene. A questo punto il cugino di Giorgio ha osservato che, con questo tipo di ragionamento, uno potrebbe pensare di vedere che succede se fa fuori cinquecento persone con un bisturi. O altre pericolose bizzarrie simili. Ecco, non fatelo. Se invece volete nuotare da Cuba alla Florida, o da Cuba a Capri, avete la nostra totale benedizione, e staremo certamente a guardare con grande interesse.

9.11.23