Oltre la vecchiezza (1227)

Ieri ho visto Nyad - Oltre l'oceano. Ovviamente il titolo originale era solo Nyad, ma in Italia c'è questa tendenza a cambiare o ad aggiustare (male) i titoli, non solo dei film. Dopo aver visto Nyad, comunque, io avrei scelto titoli aggiuntivi differenti, per esempio Nyad - Oltre la vecchiezza o Nyad - Vecchie alla deriva o Nyad - Vecchie a babordo (sarebbe a dritta, penso, ma a babordo fa più ridere), e così via. Nyad racconta la storia di Diana Nyad (anche Nyad - Diana, volendo), una nuotatrice statunitense, e in particolare dei suoi ultimi tentativi di nuotare da Cuba alla Florida, compreso (spoiler) quello buono, alla non trascurabile età di sessanta e passa anni. Se vi state chiedendo che aspetto ha una signora di sessanta e passa anni che esce dall'oceano dopo una nuotata di cento miglia, cliccate qui. Se guardate il film, potrete farvi subito un'idea delle difficoltà dell'impresa (anche se non guardate il film, bastava "nuotare da Cuba alla Florida". Per alcuni, tipo me, bastava "nuotare"): squali, meduse dalla puntura potenzialmente letale, freddo, fatica, allucinazioni, vento, sole, mestruazioni (non di Nyad, chiaramente), crisi isteriche, lacrime, rughe, tempeste e ovviamente molta, moltissima acqua. Nyad non ha nuotato per le cento miglia che separano le due coste da sola, ma circondata da una squadra di assistenza di quaranta persone (su delle barche, ovviamente, se fossero state anche loro in acqua sarebbero annegate tutte e questo avrebbe reso il film triste, benché piacevolmente surreale. Oppure ce l'avrebbe fatta uno della troupe e non la protagonista, bello anche questo: oh no, Nyad è annegata! Già, ma la truccatrice - settantaquattro anni - ce l'ha fatta!). Nel mezzo viene anche fugacemente toccato il tema delle violenze sessuali, che non guasta mai, e, mm, sì, c'è anche Jodie Foster, che credo tocchi fugacemente il tema dell'omosessualità, benché nel film si parli di amicizia e secondo internet Nyad risulta sposata con un "misterioso" uomo e comunque, davvero, non importa. A parte tutte queste cose, il film secondo me non merita più di quattromila e duecentoventinove stelline su diecimila, anche se i film sportivi o di imprese sportive hanno (per me) questa particolarità: che voglio vedere come vanno a finire anche se non mi piacciono e anche se in realtà so già come vanno a finire. Infatti quando Nyad (spoiler) arriva finalmente a riva (non quella cubana, ma avrebbe fatto ridere) e viene accolta da applausi e meduse fritte, mi sono anche un po' commosso, lo ammetto. Però al tempo stesso, ed è questo che volevo dire quando ho pensato di scrivere un appunto sul film in questione, mi sono chiesto che senso avesse. Intendo: il tema del film e di conseguenza della vita di Nyad sembra essere riuscire a compiere questa benedetta traversata da Cuba alla Florida. Perché proprio da Cuba alla Florida?, le chiedono anche nel film. Non possiamo farne un'altra? No. A Nyad interessa quella traversata lì e basta. Va be'. Che non è come uno che dice: voglio vincere l'oro alle olimpiadi nel salto in alto. Cioè, per me in realtà è esattamente lo stesso, non credo che abbia molto senso dedicare la propria vita a saltare un'asticella, però il fatto che questo obiettivo sia condiviso da una notevole quantità di gente, e riconosciuto come importante da centinaia (non lo so) di milioni di persone, fa sì che passi inosservata l'effettiva oggettiva insensatezza o arbitrarietà di significato della faccenda, e cioè che stai dedicando la vita a saltare un'asticella. Nel caso dell'impresa della Nyad, non era un obiettivo condiviso da centinaia di milioni di persone, forse era condiviso solo da quarantuno, forse meno, era più che altro uno sforzo estremo di cui non si conosceva la fattibilità. Nyad ci aveva provato a ventotto anni e aveva fallito. Poi a sessanta e passa anni ha deciso di riprovarci e, prova che ti riprova, alla fine ci è riuscita. Con scudi a ultrasuoni per tenere lontani gli squali, con una barca a tre metri e altre intorno e un affare penzolante per tracciare la rotta, con quaranta persone di assistenza, possibilità di fermarsi (in acqua, senza toccare la barca) per bere, mangiare, urinare e defecare, una tuta integrale speciale (qui) per difenderla dalle cubo meduse (se ne mandi giù una muori, dicono), eccetera. Che cosa pensare dunque dell'impresa? Oltre al fatto che non ne capisco la necessità per il genere umano (abbiamo le navi, i motoscafi, gli aerei...). Per prima cosa, che ci può riuscire una signora di sessant'anni. Quindi è probabile che, alle stesse condizioni, ci possa riuscire qualsiasi nuotatore professionista di venti. Seconda cosa, che, se togliamo tute, ultrasuoni, barche, eccetera, la risposta alla domanda se un essere umano può nuotare con successo da Cuba alla Florida è ancora e sarà sempre - come del resto immaginavamo - no.

7.11.23